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In treno non si passa; la polizia francese nelle stazioni di Mentone e Nizza è implacabile. In macchina è molto rischioso: i quattro incastrati nel bagagliaio di una Citroen sono stati ripescati ieri dagli agenti italiani che faticavano a respirare. Restano i piedi. Meno di dieci chilometri dalla stazione di Ventimiglia fino al valico di ponte San Luigi o di San Ludovico; il passaggio lungo il mare; oppure i percorsi di montagna; con la paura degli strapiombi; o ancora la linea della ferrovia; altrettanto pericolosa. I tunisini sbarcati a Lampedusa e arrivati fin qui; allestremo occidentale dellItalia; con la speranza di passare Oltralpe ci provano in piccoli gruppi durante tutta la giornata. Alla sera ci provano tutti; una marcia di decine di persone verso la piazza del Municipio e poi in direzione della spiaggia:”In Francia a piedi!”. Nella sede della polizia di frontiera di Ventimiglia; il dirigente Pierpaolo Fanzone è un po’ seccato: ”Per noi cè una mole di lavoro notevolissima che riguarda tutte le attività legate alle riammissioni”. Quando la ‘police’ riconsegna i clandestini tunisini alla frontiera italiana (in base agli accordi bilaterali di Chambéry) bisogna prendere le impronte; procedere alla foto segnalazione; chiedere lintervento della Questura per il provvedimento di espulsione; e così via. Per decine di casi al giorno. Alla Paf; Police aux frontières di Mentone dicono di aver avuto da due giorni lordine di non parlare con i giornalisti; ma almeno confermano: ”Abbiamo intensificato i controlli”. E anche i ragazzi a Ventimiglia lo sanno. Farid; che è arrivato appena ieri da Mineo; seduto al binario uno lascia sfilare tutti i treni per la Costa Azzurra. ”Che vado a fare? Mi prendono sicuro”.

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