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Dopo 16 anni il referendum raggiunge il quorum (57% su tutti e quattro i quesiti) ed è valido. Dagli italiani arriva una valanga di sì (quasi il 95%) dando un chiaro avvertimento a governo e maggioranza; dopo l’annuncio di non voto di Berlusconi. Il premier prende atto; assicura che terrà conto e prepara la verifica parlamentare del 22 giugno accelerando con la riforma del fisco. La Lega si prepara all’appuntamento cruciale di domenica a Pontida e si dice “stufa di prendere sberle”. I referendari festeggiano in piazza ed il Pd torna a chiedere le dimissioni del premier; invitando il Carroccio a staccare la spina. Pd e Terzo Polo: Berlusconi si dimetta”E’ stato un referendum sul divorzio: quello tra il governo e gli italiani”; evoca il celebre quesito referendario del ’74 Pier Luigi Bersani; che chiama le forze più responsabili del centrodestra a girare pagina senza più sostenere un esecutivo fiaccato dall’ennesima sconfitta politica; dopo le amministrative (che oggi hanno visto la maggioranza soccombere nei ballottaggi in Sicilia). Anche il Terzo Polo auspica che la Lega si svincoli e invita il premier a dimettersi. Berlusconi non ci pensa affatto; come dimostra la frase buttata là dopo l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Villa Madama: ”Ci vedremo l’anno prossimo a Gerusalemme”.La nota di Palazzo ChigiIl voto referendario non ha la valenza politica di una bocciatura al governo o alla sua persona – è l’analisi del premier – e lo dimostra il fatto che per il raggiungimento del quorum determinante è stato il contributo del popolo di centrodestra; al quale era stata data libertà di voto.”L’alta affluenza nei referendum dimostra una volontà di partecipazione dei cittadini alle decisioni sul nostro futuro che non può essere ignorata – osserva con fair play il premier in una nota -. Anche a quanti ritengono che il referendum non sia lo strumento più idoneo per affrontare questioni complesse; appare chiaro che la volontà degli italiani è netta su tutti i temi della consultazione. Il Governo e il Parlamento hanno ora il dovere di accogliere pienamente il responso dei quattro referendum”. Tra Lega e riforma del fisco; in vista della verificaOra il premier pensa di stringere i bulloni della riforma del fisco convincendo Giulio Tremonti a dare un segnale concreto alle famiglie italiane; dopo l’ennesimo atto di sfiducia uscito dalle urne. Il 21 ed il 22 ci sarà il voto di fiducia al governo; chiesto dal Colle per verificare se e come sia cambiato il perimetro della maggioranza di governo. E in quel passaggio sarà cruciale l’atteggiamento della Lega; che con Roberto Calderoli si è detta ”stufa di prendere sberle”. Malumori dentro il PdlQuelli che arrivano dal Carroccio non sono gli unici venti di guerra nella maggioranza. Anche i pidiellini Claudio Scajola e Gianni Alemanno invitano a non sottovalutare il ”forte disagio” emerso dal voto e chiedono a Berlusconi di mettere finalmente mano al rinnovamento del partito; il cui futuro segretario Angelino Alfano spiega però che il voto di oggi non ha valenza politica; pertanto non se ne trarranno ”certamente le conseguenze del tutto improprie di cui parla l’onorevole Bersani”

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