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Avevano messo in scena una storia di persecuzione; lettere anonime; un pizzico di esoterismo; tutto per avere una casa popolare in fretta; ad Acqui. Avevano anche rischiato di far litigare una coppia di sposi gettando su di loro il dubbio del tradimento. Ed avevano fatto accorrere i vigili del fuoco e i carabinieri. Solo per avere quella casa. Ma non avevano fatto i conti con il maresciallo Carlo Bianchi di Capriata al cui cospetto il commissario Montalbano un principiante; n con lassistente sociale del Comune di Acqui; n con la Procura. Invano i loro legali Claudia Massimelli e Annalisa Righini (che in udienza ha sostituito Giovanni Brignano) hanno sfoderato eloquenza forense e voli pindarici per salvarli.Il giudice Luisa Camposaragna; in tribunale ad Acqui; vha condannato Luciana Canepa e Alberto Barbero; marito e moglie; per procurato allarme; simulazione di reato; truffa; ingiurie; a un anno e 10 giorni di reclusione; 200 euro di multa e al pagamento delle spese processuali. Sono state concesse le attenuanti generiche e la pena stata sospesa. Dovranno risarcire il Comune; parte civile con lavvocato Maria Grazia Cirio; con una provvisionale di 500 euro e 700 per la costituzione in giudizio.

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