ROMA (ITALPRESS) – Con questa lunga nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rivolge un appello alla Flotilla in viaggio verso la costa istareliana: “Il piano USA per la Palestina potrebbe finalmente portare tregua, pace, aiuti e poi consentire la ricostruzione di una terra dove il popolo palestinese possa vivere in libertà, convivendo con Israele. Se il piano verrà accettato da entrambe le parti, si potranno creare le condizioni immediate utili a far sì che ogni aiuto umanitario possa raggiungere la popolazione civile di Gaza. In questi mesi molti beni e molti medicinali sono arrivati anche grazie alle iniziative del governo italiano e della Farnesina, sempre supportate e rese possibili dalla Difesa. Purtroppo, questi aiuti umanitari sono sempre troppo pochi rispetto alle drammatiche necessità che la terribile situazione richiederebbe. Se la tregua e un processo di pace prendessero forma, vecchie e nuove strade si aprirebbero. In queste ore e in questi giorni, chiunque può fare in modo che la ragione e l’umanità prevalgano, deve farlo, eliminando ogni granello che possa inceppare l’ingranaggio complesso che si è messo in moto e che la maggioranza delle nazioni sta supportando. E questo ragionamento vale anche per le persone che formano la Global Sumud Flotilla, il cui compito dichiarato era di far giungere aiuti e richiamare l’attenzione sulle difficoltà con cui arrivavano. L’obiettivo che si proponevano verrebbe, dunque, raggiunto dall’accettazione di questo accordo che, in qualche modo, può aprire la strada alla pace e agli aiuti umanitari. Proprio per questo mi sento in dovere di fare loro un ultimo appello affinché prendano atto di ciò che sta accadendo e affinché utilizzino una delle soluzioni alternative prospettate da più parti, in primis il Patriarcato della Chiesa cattolica. Se, infatti, l’accordo Internazionale fornisse una risposta ai tanti problemi da loro sollevati, verrebbe meno anche la necessità di entrare in contatto con il blocco navale israeliano, correndo rischi non più giustificati dal fine. Se, invece, il fine reale ed ultimo fosse quello di ottenere una reazione israeliana, continueremo a lavorare perché gli avvenimenti successivi e conseguenti siano gestiti senza violenza e con i minori rischi possibili per tutti”.

(ITALPRESS).

Foto: Ipa Agency

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