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Con il “Campionissimo” si pedala tra le nuvole

Alessandria – Con lui, se n’è andata definitivamente un’epoca. Forse la più suggestiva della storia del ciclismo. Andrea Carrea, detto Sandrino, era l’ultimo degli “angeli” di Fausto Coppi, l’ultimo dei suoi grandi gregari rimasto in vita. Si è spento, all’età di 88 anni, nella notte del 13 gennaio.

Alessandrino doc, era nato a Gavi Ligure il 14 agosto 1924 per poi trascorrere lunga parte della propria vita a Cassano Spinola. La sua carriera in sella ad una bicicletta rimarrà per sempre legata a doppio filo con quella del Campionissimo di Castellania, di cui è stato il gregario più leale e sincero nel corso degli anni insieme a Michele Gismondi ed Ettore Milano. L’esordio da professionista nel 1940, poi la Seconda Guerra Mondiale e l’internamento a Buchenwald. Sopravvissuto alle brutalità del regime nazista, riuscì a tornare in Italia e trovò ingaggio alla corte di Fausto Coppi grazie a Serse, fratello del Campionissimo, che lo presentò al celebre massaggiatore cieco Biagio Cavanna.

Al fianco del più grande campione italiano delle due ruote, contribuì ad innumerevoli successi ed alla creazione di un mito sportivo destinato a rimanere scolpito per sempre nella storia del ciclismo. Ma, sporadicamente, seppe ritagliarsi anche la gioia di qualche successo personale. La Milano-Tortona e la Targa d’Oro Città di Legnano del 1948, la Torino-Biella del 1950 ed una tappa del Giro di Romandia del 1952, anno in cui vestì anche la maglia gialla al Tour de France per un giorno prima di cederla al proprio, immenso, capitano. Il giusto riconoscimento per una carriera imperniata sulla lealtà e sul sacrificio.

 

 

Nicola Vigliero

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