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L’unica ombra è quella del pallone sull’erba, ma solo perchè c’è il sole. Si è festeggiato in tutt’Italia lo scudetto numero 29 della ‘Vecchia Signora’, la ‘fidanzata d’Italia’, il giocattolo della famiglia più potente, la squadra più vincente sul territorio nazionale. E senza ombre, questo è importante. Le nuvole, invece, sono per l’Inter, frullatrice di sogni e di uomini, che regala ai propri tifosi gioie indescrivibili e umiliazioni insopportabili. Il sogno, perchè il pallone fa sognare, è il Napoli, espressione gioiosa di una città fantastica con problemi irrisolvibili. Tre realtà diverse, a volte molto, che appartengono allo stesso mondo. La Juve è un insieme strutturato, organizzato da azienda, gestito da manager, proiettato nel futuro. L’Inter è un capriccio costoso, umorale, gestito dai giocatori. che schiaccia gli allenatori se non ne viene dominata. Il Napoli è spettacolo in campo, spettacolo nella gestione, spettacolo sugli spalti. E ieri ha triturato l’Inter, umiliata dai suoi stessi errori prima che dagli avversari. La Juve è fuori concorso, ma lo è da due anni. Oggi, a guardare le facce dei tifosi e a sentire i loro commenti, si notano la gioia rabbiosa dei bianconeri, l’accettazione sconsolata dei nerazzurri, l’entusiasmo orgoglioso degli azzurri. Ma se juventini e partenopei mitragliano comunque sfottò con gioia e fantasìa, gli interisti subìscono, sconsolati, allargando le braccia. Quest’anno hanno poco da dire. (r.b.)

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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