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“Auguro al Presidente Di Masi di scalare al più presto le varie categorie. I giocatori devono essere sempre orgogliosi di giocare al Moccagatta e indossare la maglia grigia”.

Quattro chiacchere con un calciatore del passato, le cui prestazioni restano ancora un esempio

Giancarlo-Camolese---2Giancarlo, recentemente ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Scarrone: Pierpaolo è sempre in forma splendida!
È vero, l’ho notato anch’io un paio di anni fa quando ci sono stati i festeggiamenti per il Centenario dei grigi! Io sono arrivato ad Alessandria poco più che ventenne ed è stato molto importante giocare con grandi calciatori come Scarrone, Manueli e Marescalco: in varie occasioni mi hanno aiutato a crescere ed è stato un momento fondamentale della mia carriera.

Tu invece come stai? Sei sempre impegnato anche come opinionista televisivo?
Beh, grazie a Mediaset ho la possibilità di assistere e commentare molte partite, restando sempre aggiornato…

Allora approfitto di questo tuo ruolo ormai consolidato per fare insieme qualche considerazione sul nuovo Campionato di serie A: l’arrivo di attaccanti come Higuain, Tevez, Lloriente, Gomez e la conferma di Balotelli sono stati segnali positivi…
Sono d’accordo. Devo dire che soprattutto il Napoli e la Fiorentina si sono mosse molto bene sul mercato diminuendo la distanza con la Juventus, anche se la squadra bianconera resta sempre la più forte. E se l’Inter ha fatto grandi cambiamenti, con un nuovo allenatore, una squadra ringiovanita e un diverso modulo di gioco, la Roma ha accantonato un po’ il progetto-giovani, costruendo però una squadra molto solida, con una difesa rinnovata ma molto esperta. Probabilmente, rispetto agli ultimi anni, i nostri dirigenti hanno lavorato maggiormente d’anticipo, facendo per quanto possibile qualche investimento. Le premesse per un Campionato di livello superiore rispetto all’anno scorso ci sono: poi, come sempre, saranno le prossime sette – otto giornate a darci indicazioni più precise.

Il tuo Toro, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, sembra aver ripreso la giusta rotta, grazie anche al contributo di un grande talento come Cerci…
Mister Ventura conosce molto bene le potenzialità di Cerci, e infatti lo impiega a tutto campo, con un modulo che lo libera almeno in parte da compiti difensivi. Detto questo, il bellissimo gol contro il Sassuolo l’ha fatto partendo proprio dalla sua posizione preferita: andando cioè sulla fascia destra e rientrando con un gran tiro di sinistro. Per ciò che riguarda la formazione granata in generale, devo dire che rispetto all’anno scorso ho visto una squadra più solida nella fase difensiva, con un maggior numero di soluzioni per ciò che riguarda l’attacco.

È un calcio sempre più atletico. Sei stato dunque lungimirante quando, durante gli anni trascorsi ad Alessandria, hai iniziato a frequentare l’Università a Genova: una scelta che poi ti ha ripagato, dato che nel 2002 ti sei laureato con Lode in Scienze motorie presso l’Università di Torino…
C’è sempre stata la consapevolezza che prima o poi il calcio giocato sarebbe finito: quindi era importante progammare il futuro, restando comunque nell’ambiente, cosa che poi è successa. Ho sempre pensato che per fare bene l’allenatore fosse necessario completare la mia professionalità e l’ISEF era la scuola che faceva per me. Non è stato facile coniugare il calcio con gli studi: ci ho messo un po’ di tempo, ma sono stati sacrifici che poi sono stati ripagati e ne sono orgoglioso.

Quando ho intervistato il Presidente Di Masi la scorsa primavera, abbiamo ricordato sia i tuoi trascorsi da giocatore ad Alessandria, sia la sensazione che provavi quando giocavi nello stadio Moccagatta: per te era un po’ come essere al vecchio Filadelfia, in cui giovanissimo ti allenavi con il Torino scudettato del 76/77…
Sì, devo dire che ho sempre avuto questa sensazione! Soprattutto quando ripenso ai lunghi corridoi del sottopassaggio, ai tifosi attaccati vicino alla rete quando entravo in campo, o alla tribuna sempre molto gremita. Al Moccagatta ho sempre sentito il pubblico particolarmente vicino e partecipe: sono passati 30 anni, ma sono emozioni che ricordo sempre volentieri.

La nuova Presidenza ha riportato tra i tifosi un entusiasmo davvero incredibile…
Mi fa molto piacere, perchè so quanto i tifosi grigi siano sempre attaccati alla squadra. Alessandria è una piazza molto importante e merita di tornare al livello che le compete. La speranza è che si possa centrare l’obiettivo primario di approdare nella nuova Lega Pro: poi, con la riduzione delle squadre nella nuova Serie C, magari anche il salto in Serie B potrà essere più vicino di quanto possa sembrare al momento. L’importante è che ci sia un gruppo solido, con un attaccamento alla maglia e un grande senso di apprtenenza: se hai questi requisiti, nel calcio attuale fatto di giocatori sempre in arrivo e in partenza, sei già a metà dell’opera. Auguro al Presidente Di Masi di trovare quello zoccolo duro di giocatori che sia felice di giocare al Moccagatta e sia orgoglioso di indossare la gloriosa maglia grigia, per poter scalare al più presto le varie categorie.

Per quanto ti riguarda, vale sempre lo stesso discorso rispetto all’ultima volta che ci siamo sentiti? Che un giorno potrai tornare ad Alessandria se ce ne sarà la possibilità e, soprattutto, se “maturareranno i tempi e ci saranno le condizioni giuste, per fare bene e dare un ottimo contributo sotto un’altra veste”?
Vale sempre, anche perchè resto dell’idea che allenare in piazze dove uno ha già giocato sia indubbiamente un vantaggio. E infatti, quando è stato possibile, ho allenato in città dove ero già stato da calciatore. Vedremo in futuro, anche perchè spesso dipende dalle situazioni. Certo, se ci saranno le condizioni ottimali per allenare altre squadre in cui ho già giocato, la mia sarà sempre una scelta prioritaria.

Gianmaria Zanier

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