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Prima di accingersi a viaggiare in auto è ormai essenziale consultare una delle più note app fornite dal gigante del web Google, cioè Google Maps. Per chi non lo conoscesse, si tratta del servizio che permette di visualizzare le mappe geografiche di quasi tutto il pianeta (di recente sono state aggiunte alla lista dei territori esplorabili la Corea del Nord e il Grand Canyon), di scoprire ideali itinerari tra due punti e di osservare foto di alcune aree, oltre che di informarsi sui principali siti d’interesse ed esercizi commerciali in esse presenti.

Per capire cosa c’è dietro questo immenso atlante virtuale, ZappingNews ha intervistato un ex dipendente della multinazionale di Mountain View. Senza particolari conoscenze informatiche e con una semplice patente B, il nostro è salito a bordo dell’avveniristica Google Car. La vettura è dotata di un sensore rotante sul tettuccio con 11 obiettivi, con i quali fotografa tutto ciò che la circonda con varia risoluzione, e di un computer interno che rielabora i dati e le immagini raccolte. L’autista non si è limitato a spostare l’auto da un punto all’altro ma ha fornito un importante apporto nel migliorare i modelli di base forniti dai satelliti e nel correggere eventuali errori che i computer non riconoscono come tali (per esempio, scambiare un fiume per una strada). Le informazioni ottenute dal lavoro del Google driver erano poi spedite alla sede europea, situata in Svizzera, e rielaborate in centri informatici indiani.

Nel caso fossero state segnalate mancanze, soprattutto da parte degli utenti mediante la funzione Google Map Maker, si sarebbe reso necessario tornare nell’area in questione. Solo attraverso questo sistema scrupoloso, Google consente di addentrarci in città e zone a noi sconosciute con relativa facilità.

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