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Seduta davvero speciale per la Commissione Cultura e Istruzione: essa, infatti, si è spostata dalla Sala Consiliare di Palazzo Rosso per andare in visita alla Cittadella, al fine di valutarne le condizioni attuali e provare a immaginarne un utilizzo più coerente con l’alto significato storico che le appartiene.

In apertura di spedizione, il presidente della Commissione, Renzo Penna, ha predisposto la tabella di marcia, che prevedeva una perlustrazione generale degli esterni e degli interni della Fortezza, un passaggio attraverso la strada che porta all’area del poligono di tiro (oggetto di polemiche, come spiegato in seguito) e una visita guidata alla mostra permanente “Uniformi, Armi e Cimeli del Regio Esercito Italiano 1848 -1946”, curata dalla sezione alessandrina dell’Associazione Nazionale Bersaglieri.

A fare da Cicerone lungo tutto il percorso sono stati Guido Ratti, presidente del Comitato Difesa della Cittadella, e Ileana Gatti Spriano, capo delegazione del FAI Alessandria. Ratti ha raccontato ai visitatori alcuni elementi fondamentali della storia della Fortezza. Egli ha ricordato che qui è stato sventolato il primo tricolore propriamente italiano (“quello di Reggio Emilia faceva riferimento invece alla Repubblica Cisalpina”, ha spiegato). Nonostante il suo aspetto imponente, la Cittadella è stata costruita più per esibizione di potenza da parte della casata dei Savoia piuttosto che per esigenze fattive di difesa.

Dopo pochi metri, Renzo Penna ha mosso i primi appunti riguardo all’eccessiva presenza di veicoli in un’area formalmente pedonale e alla stonatura tra gli arredi dello Spaccio Bar e l’ambiente circostante. Altrettanto a breve ha fatto mostra di sé il nemico numero uno della Cittadella, cioè l’ailanto, una pianta terribile che richiede, per essere completamente debellata, l’uccisione e poi la rimozione (qualora avvenisse solo la seconda, essa ricrescerebbe con maggior vigore).

Giunti in fondo a Piazza d’Armi, ci si è trovati di fronte a dei capannoni (“non affini alla struttura storica e inutili” secondo Ratti), che sono stati utilizzati per lo svolgimento di alcune manifestazioni, i cui organizzatori hanno pensato bene di lasciare in pieno disordine.

Maurizio Sciaudone (PDL) ha guidato i visitatori verso una palazzina poco distante, utilizzata per radio segnalazioni durante la Seconda Guerra Mondiale, completamente danneggiata. Il tetto presenta un evidente foro, i vetri sono infranti, la porta d’ingresso presenta segni di effrazione e le stanze interne sono completamente abbandonate alla sporcizia, eccezion fatta per una sola, nella sono stati trovati alcuni borsoni di plastica, segno di un’inaspettata presenza stanziale. Sul tema della sorveglianza v’è stato in seguito un piccolo battibecco tra Ratti ed Enrico Mazzoni, presidente del Consiglio Comunale, con il primo che denunciava la mancanza di controlli durante il giorno e il secondo che ricordava quanto sia difficile farne con la carenza di organico della Polizia Municipale (argomento affrontato lunedì scorso in Commissione Sicurezza e Ambiente).

Si è poi attraversata la caserma del genio militare, edificio storicamente importante poiché in esso- l’ha ricordato Gatti Spriano- Forlanini testò per la prima volta la sua macchina volante nel 1877. Oltrepassato un ingresso facilmente spalancato, si è giunti presso la targa commemorativa dei partigiani (con una corona di fiori marcita), affiancata da magazzini. Ha destato disappunto in molti la presenza di un furgoncino dell’azienda “Tecnoluce”, che si occupa per conto del Comune dell’elettricità della Fortezza (“ne era priva quando era stata ceduta dal Demanio”, ha detto Penna). Domenico Di Filippo (M5S) ha espresso indignazione per l’impossibilità da parte dell’amministrazione di poter controllare chi effettivamente opera in Cittadella e stabilire un filtro alla sostanziale “anarchia” che ha contraddistinto la vita della fortezza da quando fu lasciata dai militari nel 1997.

Sulla stessa falsariga pare collocarsi la scelta dell’Amag di trasformare in cucina quello che una volta era l’ufficio del maresciallo, a sua volta derivato da una stalla.

Si è arrivati subito dopo alla foresteria, resa nuovamente attiva in occasione della XXI Giornata FAI di Primavera (23 e 24 marzo 2013). Se da un lato sono stati nuovamente osservati con piacere i forni restaurati dal FAI in quel weekend, dall’altro meno soddisfazione hanno dato alcuni reperti abbandonati e privi di qualsiasi coerenza con la struttura storica (per esempio, un divano moderno e un mezzo militare). Sono stati recuperati dal Fondo Ambiente Italiano anche i sotterranei e i pozzi.

La tappa successiva è stata rappresentata dalla Caserma Giletti, che costituiva originariamente l’infermeria (dotata di cortile interno) e che è stata ammirata da un esperto del settore come Salvatore Settis. All’interno sono tuttora presenti frammenti di affreschi, che dovevano alleviare le pene dei malati e dei feriti. Sicuramente interessante è la cappella, di ordine barocco, intitolata a San Amedeo, prossima alla pulizia da parte dei volontari del FAI e vittima d’infiltrazioni d’acqua dal tetto (impestato dal solito ailanto e da una quercia).

Salendo ai piani superiori, si è potuto costatare con un certo stupore la presenza di fogli di carta e adesivi che fanno riferimento alla “Biennale di Alessandria 2011”, non rimossi da quando si terminò tale iniziativa.

All’ultimo piano è stato possibile osservare l’orologio, il quale è in realtà un sostituto meccanico al precedente, elettrico, non più funzionante. E’ stato illustrato il meccanismo di funzionamento, indipendente l’uno dall’altro, dell’orologio vero e proprio e della sveglia.

Si è poi scesi nei sotterranei del Bastione San Michele, anch’essi rimessi in ordine dal FAI, originariamente utilizzati come depositi e, occasionalmente, da prigione.

Usciti dai sotterranei, ci si è diretti lungo il ponte che conduce verso il poligono di tiro, quasi completamente ricoperto da vegetazione rada a eccezione di pochi rimasugli dell’originario ciottolato, circondato da ampi fossati. Nel Piano Integrato di Sviluppo Urbano è previsto che questo strato sia completamente asfaltato, giacché costituirebbe il tratto che dovrebbe collegare la fortezza al parcheggio ovest, uno dei tre previsti. L’area parking dovrebbe contenere circa 60 posti, anche se Andrea Cammaleri (M5S) ha detto di averne contati un centinaio. A questa “grana”, fonte di critiche da parte di associazioni, minoranza e anche alcuni elementi della maggioranza, si è aggiunta quella segnalata dal Comitato Difesa della Cittadella, riguardante il recente insediamento del nuovo Self:

“l’area compresa tra via Giordano Bruno e il lato sud-ovest della Cittadella è interessata dallo sbancamento (foto 1) e dal posizionamento di manufatti in cemento (foto 2) che – come facilmente constatabile nell’elaborazione fotografica allegata (mappa fotografica n.5) – non solo paiono tornare ad invadere l’area destinata a verde pubblico dal piano regolatore (allegato 4), ma addirittura si trovano sulle “zone di mina” e sui relativi cunicoli che, a circa 5 metri di profondità, sono presenti intorno a quello spalto per la sua difesa e pertanto si tratta di opere sotterranee che sono parte integrante e irrinunciabile delle strutture della fortezza, non meno di quelle che emergono sopra il piano del terreno; il Comitato Difesa della Cittadella fa istanza affinché ciascuno dei destinatari in indirizzo intervenga urgentemente per le sue competenze allo scopo: di porre in essere gli strumenti di controllo e di sorveglianza per preservare le zone di rispetto intorno alla Cittadella su tutta l’area degli spalti che circondano la fortezza; di rendere partecipe l’opinione pubblica di tutte le iniziative in essere e di quelle da intraprendere – anche relativamente alla concessione della fortezza per manifestazioni coerenti col suo “status” di monumento storico – al fine di preservare l’integrità e, sottolineiamo, l’identità della Cittadella stessa; di constatare (cfr. foto 3) come il capannone attorno al quale sono stati operati gli sbancamenti di cui si tratta, precluda la visione degli edifici della cittadella e dello spalto occidentale per chi arrivi da ovest, determinando, a nostro parere, un “vulnus” paesaggistico rilevante;  e di conseguenza occorra individuare tempestivamente soluzioni atte a ridurre l’impatto negativo di colorazioni, dimensioni di strutture e insegne su tutta l’area di rispetto del paesaggio della Cittadella”.

In conclusione della visita, la spedizione ha fatto un salto al Palazzo del Governatore, dove è ospitata la mostra permanente “Uniformi, Armi e Cimeli del Regio Esercito Italiano 1848 -1946”, già nota al pubblico della succitata Giornata FAI di Primavera, curata dalla sezione alessandrina dell’Associazione Nazionale Bersaglieri. L’edificio ha ospitato nel 2012 un convegno europeo sulla Protezione Civile, precisamente nei locali (ora inutilizzati) al primo piano. Al secondo e ultimo piano invece è presente una chicca storica: la cella nella quale sono stati incarcerati Andrea Vochieri e Giuseppe Garibaldi.

Al termine di quest’approfondita visita, si ricava chiaramente la consapevolezza di essere di fronte a una struttura unica, non solo in Italia ma in tutta Europa, in grado di attirare potenzialmente grandi masse di turisti e di dare ospitalità a eventi prestigiosi, ovviamente consoni alla caratura storica della stessa. Allo stesso modo, appare evidente come la gestione di un bene così ampio e prezioso non può essere delegata a un singolo ente come un Comune, a maggior ragione se in grosse difficoltà come il nostro, ma che essa deve vedere la compartecipazione di enti maggiori, come per esempio l’Unione Europea, che dispongono di mezzi economici e organizzativi adeguati a tale impegno ingente.

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