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Nel pomeriggio di sabato s’è tenuta ad Alessandria la manifestazione per esprimere il dissenso verso la decisione del Comune di autorizzare il Cociv a utilizzare le cave Bolla, Guarasca 1, Guarasca 2 e Clara e Buona, sparse tra Alessandria e Spinetta Marengo, per il deposito dello “smarino” del Terzo Valico.

All’evento hanno partecipato alcuni dei comitati più attivi nel contrastare la grande opera, tra cui diverse emanazioni locali del Movimento No Tav Terzo Valico, il Comitato Falde Sicure e Medicina Democratica Alessandria. Erano presenti anche esponenti dell’ANPANA (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente), di Legambiente e dell’Associazione “Voci della Memoria”.

Non è mancata la presenza di esponenti politici, sia attualmente all’opposizione, come i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle (accompagnati anche dal consigliere regionale Paolo Mighetti e dall’eurodeputato Tiziana Beghin) e Ciro Fiorentino (Federazione della Sinistra), sia fuoriusciti dall’area politica di maggioranza, tra cui Gianni Ivaldi, Paolo Bellotti, Giorgio Barberis e Nuccio Puleio.

Come di consueto con le manifestazioni di piazza, è presto iniziata la “guerra dei numeri” sull’effettiva partecipazione al corteo di ieri. Al microfono del furgone di testa, Claudio Sanita (Movimento No Terzo Valico) ha annunciato il raggiungimento del migliaio di partecipanti. Tuttavia, la Digos ha comunicato un complessivo di 350 persone, mentre, parlando con alcuni manifestanti, le stime oscillano tra 500 e 700. Si tratta di numeri in genere ritenuti buoni, ma non corrispondenti a più rosee aspettative da alcuni coltivate.

Il corteo s’è dapprima radunato sotto Palazzo Rosso, per poi iniziare a muoversi verso via dei Martiri. L’approdo in Piazzetta della Lega è stato seguito dal transito in via San Lorenzo; poi, dopo una deviazione in via Caniggia e nel tratto rimanente di Corso Roma prima di Piazza Garibaldi, i manifestanti sono passati lungo Corso Crimea.
E’ stato effettuato un giro a rientrare verso il centro, andando davanti alla stazione ferroviaria e attraversando viale della Repubblica e il lato prossimale di Piazza Garibaldi. A questo punto, la carovana ha imboccato nuovamente Corso Roma, facendo questa volta la “vasca” in tutta la sua estensione. Superata nuovamente Piazzetta della Lega, attraversate via Milano e via Migliara, la manifestazione s’è conclusa nel suo punto d’origine, cioè l’area chiusa al traffico dinanzi a Palazzo Rosso.

In vari tratti del percorso, saltavano all’occhio gli effetti della “rottura” del consueto rituale del sabato pomeriggio alessandrino. In particolare, emergeva la sorpresa di alcuni per il passaggio di una manifestazione in pieno centro, sebbene su quasi tutte le testate giornalistiche locali se ne sia parlato nei giorni scorsi. I passanti si sono in genere divisi tra quelli che hanno voluto conoscere le ragioni della protesta attraverso decine di volantini distribuiti ovunque e, come ha ammesso nel suo intervento Tino Balduzzi, quelli che hanno ritenuto di scarso interesse i temi urlati nelle strade dalla piazza.

A proposito, da chi era composta questa piazza? Soprattutto, che cosa chiedeva all’Amministrazione? Scorrendo tra le file dei manifestanti, era rilevabile la presenza di persone dall’età variabile, dai giovani agli anziani più arzilli, passando per alcune famiglie e, in genere, persone in piena vita lavorativa.
L’impressione, in parte confermata direttamente da qualche manifestante, è che siano scese in strada perlopiù persone appartenenti ai vari movimenti o simpatizzanti, già sensibili alle tematiche poste all’attenzione della cittadinanza. Sarebbe ingiusto dire che alla manifestazione abbiano partecipato solo le solite persone, perchè è possibile che vi siano stati cittadini incuriositi dalle recenti polemiche sulla questione delle cave del Terzo Valico e le sue possibili conseguenze. Tuttavia, sarebbe eccessivo ritenere che ieri numeri consistenti della cittadinanza alessandrina e spinettese si siano uniti alla “battaglia” dei movimenti, volti a contestare l’utilità del Terzo Valico e a bloccare il deposito dello smarino nelle cave locali.

Proprio l’opposizione alla grande opera (ritenuta unanimemente “inutile” dalla piazza di ieri) e al potenziale arrivo delle terre di scavo dai cantieri del primo e secondo lotto ad Alessandria (Clara e Buona) e a Spinetta (Guarasca 1 e 2, Bolla) è stata al centro della maggioranza degli interventi fatti al microfono nel corso della manifestazione. Accanto a questa istanza, si sono associate le vicende giudiziarie che coinvolgono esponenti del movimento No Tav torinese e le contestazioni rivolte ad altri controversi progetti come la discarica di Sezzadio. Diversi sono stati gli accenni molto critici nei confronti dell’Amministrazione comunale, soprattutto rivolti al sindaco Rita Rossa.

In conclusione, si può affermare che la manifestazione di ieri può non aver effettivamente aumentato il numero delle adesioni all’attività di opposizione non solo alla grande opera e alle sue conseguenze, ma anche a un modo di fare politica ritenuto “non democratico”, poco aperto alle proposte dei cittadini. Ciò nonostante, non si può escludere che la giornata di ieri possa aver contribuito a far conoscere a più persone questi temi, oltre ad aver rinvigorito le convinzioni e la forza di volontà di chi già partecipa attivamente a iniziative di questo genere.

Nello slideshow in cima all’articolo, potete osservare alcune fotografie scattate nella giornata di ieri. Cliccando su questo link, troverete la playlist dei video con i principali interventi dal corteo di ieri.

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