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Il diario della nostra collaboratrice emigrata nella terra dei canguri

L’appuntamento mensile con le sensazioni e le emozioni

australia-01Mettere il primo piede in territorio australiano è un’emozione particolare: dopo un viaggio di 22 ore, intontiti dal fuso orario e stanchi dal volo, si calpesta il suolo del continente più remoto. Ma non ci si sente abbastanza concentrati per rendersene conto. Una sensazione del tipo “Bene. Sono qui. Ok”. Almeno, è ciò che è successo a me.
Sul pullman che dalla stazione andava verso il centro, ho sentito un ragazzo in giacca e cravatta parlare al telefono: italiano. Scesa dal bus, per strada due persone chiacchieravano: italiani. Entro in una gelateria e a servirmi è una giovane che mi dice “Vengo da Roma”. Insomma, questo è un periodo di grande emigrazione italiana. A confermarlo ci sono i dati del Rapporto Italiani in Australia 2013, che segnalano un aumento del 116% di richiesta dei visti nell’ ultimo anno e mezzo. Tra il 2013 ed il 2013 l’Australia ha accolto circa 32mila italiani, tra i 18 ed i 30 anni.Nello spiegarmi le ragioni della scelta di partire, molti sono concordi. Veronica mi racconta che “In Italia lavoravo in un ristorante per 700,800 euro al mese. Pagando affitto, spesa e quant’altro, non riuscivo a mettere soldi da parte. Ho preferito spostarmi perché con lo stesso lavoro, qui, posso guadagnare molto di più”. Vero. Facendo alcune ricerche, si scopre che la maggior parte dei locali paga i dipendenti circa 20 dollari l’ora. La vita è molto costosa, ma con alcuni accorgimenti sì, è di gran lunga più possibile accumulare denaro. Simone mi spiega “Avrei voluto aprire un’attività tutta mia in Italia. Non avevo i fondi necessari, e spero di poterne fare abbastanza mentre sono in Australia”. E ancora, Alessandra: “In Italia è difficile mantenere un lavoro a lungo termine, per via della clausole delle assunzioni riguardati l’età, ad esempio. Qui, almeno per le esperienze che ho avuto finora, se sei bravo vieni ricompensato. E ovviamente, se non ti dai da fare, ti mostrano dov’è l’uscita”. Tante speranze proiettate in un unico paese: quelle di chi vuole cambiare vita, di chi vuole migliorarla e di chi si impegna per ritornare a casa più forte di prima.

Ilaria Zanazzo

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