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Dal fango di Piacenza al sintetico di Vercelli, alla ricerca del primo successo in campionato, passando per una settimana corta quasi tutta ‘a porte chiuse’.
Dopo tre giornate l’Alessandria è 13^ in classifica con 2 punti, a -7 dalla vetta.
Troppo presto per fare calcoli, troppo presto per parlare di crisi, ma qualche difficoltà c’è.
Vero è che i Grigi han già fatto il turno di riposo, quindi han giocato una gara in meno, ma il doppio 1-1 esterno sul campo di due formazioni che, probabilmente, lotteranno per salvarsi, è un piccolo campanello d’allarme. Il nuovo modulo applicato da Cristian Stellini, il 3-5-2, ha bisogno di tempo per funzionare perché i giocatori devono conoscersi, memorizzare i nuovi movimenti e smaltire i carichi di lavoro effettuati, ma i due pareggi di Pontedera e Piacenza (squadra in svantaggio che pareggia nel finale) hanno mostrato troppe amnesie difensive e scarsa propensione a trasformare in rete il lavoro di squadra.
Per contro è emersa una condizione fisica superiore a quella degli avversari e un carattere che fa ben sperare nel futuro.

Venerdì sera l’esordio casalingo al ‘Piola’ (in attesa del rinnovato ‘Moccagatta’) offre un avversario scorbutico come il Livorno, formazione attrezzata per puntare alla B e ferma domenica scorsa per il maltempo. Consapevole delle difficoltà dell’impegno e della necessità di trovare la prima vittoria, Stellini ‘nasconde’ la squadra per tutta la settimana.
O quasi. A parte lunedì, giorno successivo alla partita e quindi di scarico, da ieri fino a venerdì la squadra si allena ‘a porte chiuse’ al Centro Sportivo Michelin, anche se in quello spazio aperto è difficile arginare i curiosi, visto che c’è a disposizione una parte di suolo pubblico sulla quale i diritti di stazionamento sono intoccabili.
Cosa avrà in mente il tecnico grigio? Un cambio di modulo? Una ricerca spasmodica della concentrazione e dello spirito di gruppo? Può darsi, anche se non è la gente che guarda che crea problemi. I problemi li devono risolvere i giocatori, come sempre.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.