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 L’evento di inaugurazione del nuovo Museo Alessandria Città delle Biciclette è prevista giovedì 30 alle ore 18 in via San Lorenzo 21, a Palazzo del Monferrato (terzo piano e sala conferenze).

All’inaugurazione ci saranno una serie di campioni e di famiglie di campioni del presente e del passato. Con un omaggio alla pista condotto dalla due volte olimpionica Antonella Bellutti in compagnia di Marino Vigna, Domenico De Lillo e Marco Pettenella.

Al vernissage parteciperanno molti amici della bicicletta fra gli altri Roberto Damiani (ds Cofidis), una rappresentanza del Team professionistico Androni e del Team dilettantistico Overall Tre Colli, alcuni campioni del passato cresciuti nella scuola della Siof di Biagio Cavanna, come Luciano Parodi, Giovanni Meazzo, i nipoti di Luigi Malabrocca, di Giovanni Cuniolo, di Costante Girardengo, di Fausto Coppi.

Sono attesi anche Marina e Faustino Coppi, Gianni e Marco Torriani, figli del patron del Giro, poi ancora Carola Gentilini e Antonio Molteni del Museo Ghisallo e molti altri amici legati a questa storia di Alessandria Città delle Biciclette che ripropone in modo permanente una mostra retrospettiva sulla prima bicicletta giunta in Italia (da Parigi ad Alessandria nel 1867) che oggi ancora pedala a ritroso nel tempo, conquista e appassiona in un luogo della memoria a due ruote che diventa Museo.

Una Mostra di successo diventa dunque Museo permanente. 

 

Il progetto si è fatto strada con il beneplacito di tutti gli interlocutori e le istituzioni, trovando ampio consenso popolare e formale, con i patrocini della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Alessandria, di quotidiani nazionali come La Gazzetta dello Sport e La Stampa, di organizzazioni come l’USSI  e la Federciclismo. Importanti patrocini sono in arrivo nei prossimi giorni da parte dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del CONI.

 

Sul telaio di questo progetto-bicicletta c’è la consapevolezza di valorizzare un mezzo di mobilità sostenibile che è anche prodotto di design, che ha dato molto all’imprenditoria locale negli anni del suo massimo sviluppo artigianale e che sta conoscendo in questi anni a livello internazionale una rinnovata attenzione, arrivando a vivere quello che è stato definito una sorta di “rinascimento”.

 

I presupposti di questo successo sono diversi, come spiegano Gian Paolo Coscia e Roberto Livraghi, presidente e segretario generale della Camera di Commercio di Alessandria, ente che è il vero motore ecologico di questa iniziativa: «Fra i motivi di questo successo ci sono di sicuro l’interesse delle istituzioni verso le politiche di mobilità sostenibile, ma anche l’attenzione dei cittadini verso le attività fisiche da svolgersi all’aria aperta; il richiamo costituito dal turismo lento e rispettoso dell’ambiente. E ancora, il fascino del ciclismo eroico, le storie di uno sport autenticamente popolare, le emozioni che sanno suscitare i grandi campioni, ma anche i loro gregari, l’interesse collezionistico per modelli diventati mitici, il proliferare di eventi, come le ciclo-storiche, legati a far rivivere la passione per le due ruote. Poiché la bicicletta contribuisce alla trasformazione della città, alcuni studiosi sono arrivati a parlare di una possibile “urbanistica della bicicletta”, in una fase in cui i sistemi infrastrutturali disegnati in funzione del trasporto a motore invadono sempre più le nostre città e le nostre vite, ma rivelano anche la propria inadeguatezza».

 

Consapevole di questa nuova “cultura delle due ruote”, nel 2016 la Camera di Commercio, in collaborazione con il Comune di Alessandria, ha dato vita a un progetto di riscoperta, denominato “Alessandria città delle biciclette” che ha trovato sostanza in una mostra che si è svolta nella primavera dello stesso anno negli spazi espositivi di Palazzo del Monferrato.

 

L’idea progettuale rappresenta un’inedita ricostruzione del ruolo rivestito dal territorio provinciale nella storia del ciclismo, dell’industria della bicicletta e del giornalismo sportivo. 

 

Da Carlo Michel a Giovanni Maino, dalle Borsaline al Circolo Velocipedisti Alessandrino, dalla rivalità tra il tortonese Giovanni Cuniolo detto “Manina” e l’astigiano Giovanni Gerbi, soprannominato il “Diavolo Rosso”, fino alle vicende di campionissimi come Costante Girardengo e Fausto Coppi, la mostra ha raccontato la storia tutta da riscoprire del ruolo centrale della provincia di Alessandria nelle origini del mito della bicicletta e nelle innumerevoli vite che ha avuto da allora.

 

Questo territorio, infatti, con le sue strutture, prime tra tutte il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure e Casa Coppi a Castellania, con i percorsi cicloturistici di collina e di pianura, con le manifestazioni ciclo-storiche e soprattutto con la presenza di un ampio numero di appassionati, può proporsi credibilmente per raccontare la straordinaria storia degli inizi e dell’affermazione dello sport delle due ruote in Piemonte e in Italia.

 

Il Museo in sostanza ricalcherà le orme (ma forse è meglio dire le tracce degli pneumatici) della mostra allestita lo scorso anno, insieme con altri importanti reperti e testimonianze scoperti nel frattempo, e che hanno visto una nuova luce proprio grazie alla mostra, organizzati in modo stabile secondo un percorso espositivo, in cui le tecnologie multimediali sono accostate al fascino di cicli d’epoca e oggetti vintage, raccontate dagli straordinari artigiani che nel corso del Novecento fecero della bicicletta una vera opera d’arte, i grandi giornalisti che contribuirono alla nascita del giornalismo sportivo (come l’avvocato Eliso Rivera, di Masio, cofondatore della “Gazzetta dello Sport”), i personaggi che lanciarono le due ruote come sport e come veicolo di grande popolarità, fino agli eroi del pedale che ne resero immortale il mito.

 

Il museo vuole unire il linguaggio delle moderne installazioni multimediali al carattere storico-scientifico di rivisitazione di un’epoca in cui davvero Alessandria divenne il fulcro del ciclismo nazionale, generatrice di passioni e trampolino di lancio di iniziative che hanno contraddistinto la storia del grande ciclismo.

 

Il percorso museale racconta la bicicletta come singolare sintesi di artigianato, tecnologia e progettazione, che ha generato negli artisti, negli scrittori e nei musicisti innumerevoli suggestioni, stimolandone la creatività e l’inventiva.  Comprende diverse aree tematiche che presentano ciascuna un argomento di particolare rilievo.

 

Gli orari di visita del museo saranno i seguenti:

 

– 3 mattinate a disposizione delle prenotazioni delle scuole (martedì – giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00);

 

– nel week end:

venerdì: dalle 16 alle 19;

sabato e domenica: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"