Sferragliando; il treno si arresta.
Scarica una massa di gente stanca e sconvolta davanti a un alto cancello rugginoso.
Iniziano così giornate monotone e dolenti; scandite dagli ordini secchi di soldati in una lingua dura.
Laggiù in fondo al campo si erge una costruzione di mattoni.
Davanti si accalca una folla di persone lacere e mute in fila per entrare e quando l’ultima varca la soglia con un tonfo il portone si chiude.
E allora urla e pianti; inframmezzati a preghiere e gemiti e lamenti sempre più flebili; si odono.
Sul tetto del fabbricato fuma un camino; volùte leggere dove si potrebbe scorgere un volto o leggere un nome; si levano mollemente in alto; sempre più in alto nel cielo fino a confondersi con le nuvole.
Ecco; s’é compiuto il viaggio di gente sventurata; l’ultimo.
Adesso quelle povere anime forse potranno trovare pace.
Cupamente rintocca la campana del ricordo.
Ci esorta a non dimenticare. Mai!
Lettore anonimo.