Slegatemi; slegatemi le mani
voglio toccare il cielo non la tela.
La luce mai potrà forar quel muro;
… quel muro maledetto BiancoLatte
che è nero; ancor più nero della notte.
A volte nella mente si riaccende
un volto conosciuto e lentamente
mi guarda; mi sorride e piano piano
si perde nell’affanno dei pensieri.
Sento una voce; un palpito; un profumo;
due labbra rosso fuoco mi ricordano
un tempo ormai lontano
che in mezzo a tante pene
mi dissero: “Ti voglio tanto bene”.
Ora una strana quiete mi violenta.
Qualcuno con un ago mi ferisce
e con lo sguardo perso all’infinito
ritorno in fondo al pozzo del silenzio.
Alessandria; 14 febbraio 2012
Gianni Regalzi”