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Tutti noi ci siamo avvicinati alla poesia da bambini; imparare a memoria; volenti o nolenti; le strofe ci avvicinavano ad un mondo che avremmo forse ritrovato sulla nostra strada; chi alle prime pulsioni amorose; chi ai primi approfondimenti della propria cultura; chi per bisogno personale.

Dire che la poesia sia un bisogno interiore forte non credo sia consuetudine ; anzi dire di aver incontrato persone la cui vita fosse legata indissolubilmente alla poesia è certamente fatto raro che può stupire e che comunque ti coinvolge. Questa è stata una fortuna che ho avuto incontrando nel 1985 Gianni; al quale sarei rimasto legato per esperienze professionali che nulla avevano a che fare con l’arte declamatoria.

Scoprire nel tempo che la poesia per lui era qualcosa di indispensabile ma essenzialmente intimo; da coltivare di nascosto per la propria anima mi ha stupito ancora di più; quasi la poesia per lui fosse un “medicamento” da cospargersi sulla propria anima di nascosto dal mondo.

Ancor più incredibile è stato rendere pubblico questo suo “unguento” condividendolo col mondo; è stato come scoprire che dentro al bozzolo che si muove non esce il bruco; che normalmente vedevi entrarci; ma una farfalla; talvolta multicolore e a volte falena per la tendenza alla tenebrosità.

Dal momento in cui la “specialità medicale” del ragionier Regalzi è stata resa pubblica anche i suoi usi “terapeutici ” si sono allargati; dalla cura dell’anima si è passati alla cura del cuore; financo a quella del sorriso. Mi sono trovato a condividere istintivamente il piacere; o la sofferenza che la poesia provocava grazie ad un amico; vivendo un mondo che sentivo e sento bellissimo.

Potrei dire che; anche senza saperlo; l’uscita di Gianni dalla sua tana verso circoli e locali rappresentava in Alessandria quel movimento culturale che altrove veniva definito “slam” al quale però non sempre seguiva la regola del testo declamato bicchiere offerto.

Una parte delle sue poesie le propone dalla sua pagina del social più diffuso; nel quale c’è sempre un posto per un nuovo amico; ma anche dalle pagine del forum amicipoesia.

E mutuando quanto; un grande artista come Troisi sosteneva nel film “Il Postino” che la poesia non è di chi la scrive ma di chi la usa; mi permetto offrirne una a chi vorrà leggerla…

AURIJSA

Aurijsa esi present ant ti tò sogn;

esi la tò rosa sensa spen-ni; u tò tulipon;

esi u ciel sren del tò pu bell giurnà;

esi u tò sù; la to canson; la tò felicità.

Vulè con te per mon ans’na niula bionca

e uardonti sempr ant’ogg; vulè lunton.

Crujemm auzen a te ans’la sabbia couda

quond cui tramonta u sù e; ant l’aria rosa;

sfiurètt col lavri j’ogg;

fin quond cui ven la nocc.

Lisondria; 26 Giugn 2003

Gianni Regalzi

VORREI

Vorrei essere presente nei tuoi sogni;

essere la tua rosa senza spine; il tuo tulipano;

essere il cielo sereno dei tuoi giorni più belli;

essere il tuo sole; la tua canzone; la tua felicità.

Volare tenendoti la mano su una nuvola bianca

e; guardandoti sempre negli occhi; volar lontano.

Sdraiarmi accanto a tè sulla sabbia calda

quando tramonta il sole e; nell’aria rosa;

sfiorarti con le labbra gli occhi;

fino quando viene la notte.

Alessandria

Gianni Regalzi

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