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La scrittura di uno degli ultimi grandi giornalisti del secolo scorso

Tiziano Terzani, a dieci anni dalla scomparsa, è immortale

tt2Tiziano Terzani era un giornalista italiano, per trent’anni corrispondente in Asia del giornale tedesco Der Spiegel; ha inoltre collaborato con “La Repubblica” ed “Il Corriere della Sera”. Nella primavera del 1976 a Hong Kong viene avvertito da un indovino: “Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare, non volare mai”. Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia e riesce a trasformarla in un’occasione unica per svolgere il proprio mestiere riscoprendo il piacere del viaggio: in nave, in treno ed in taxi per le strade ed i golfi dell’Asia; da quest’avventura unica trasse l’ispirazione per scrivere “Un indovino mi disse”, nel quale racconta storie, personaggi e profezie di un continente che trova nell’occulto la risposta a molte domande. In questo libro Terzani mette in risalto la forte spiritualità radicata nei popoli asiatici, che per le loro scelte politiche ed esistenziali si rivolgono spesso ad indovini per cercare d’ingraziarsi gli spiriti o togliere il malocchio: un abitudine che tocca ogni strato sociale ed è prassi per milioni di persone in un continente diviso tra boom economico capitalista e buddhismo. Nella Bangkok anni Novanta, ad esempio, gruppi di volontari buddhisti intervenivano in caso di decessi violenti per rimuovere al più presto i corpi e svolgere i riti per la benedizione del feretro: se non avessero fatto ciò il tormentato spirito del defunto avrebbe vagato seminando disgrazie; nei momenti più difficili per la città vennero distribuite migliaia di bottiglie di acqua santa dal Comando Supremo delle Forze Armate, ma il malocchio non se ne andò e Bangkok divenne la capitale della prostituzione. Interessante anche la figura dell’esperto di feng-shui, le forze della natura, che nella società cinese occupa una posizione fondamentale: intere città furono edificate seguendo i consigli degli esperti di vento e acqua, perfino le tombe imperiali ed i moderni casinò di Macao sono passati per le loro visioni. La ricerca di occulti metodi secolari che va a contrapporsi con la bulimica modernità offerta dallo sviluppo industriale: la sfida asiatica per il futuro potrebbe essere quella di mantenere lo status di culla della spiritualità. Quello che stupisce maggiormente non è l’importanza della domanda che si pone, ma la convinzione con la quale si consulta l’indovino: quest’aspetto è stato insabbiato da noi occidentali, spinti come siamo da un realismo scientifico. Insabbiato perché nessuno o quasi, in Europa, chiederebbe consiglio ad un fantomatico mago prima di una decisione importante, ma la dilagante diffusione di cartomanti, esperti dell’occulto e programmi riguardanti il soprannaturale sono la prova del nostro celato interesse. Programmi televisivi come “Il tredicesimo apostolo” o “Mistero”, aspiranti oracoli e maghi delle giostre sono i miseri rappresentanti di un occulto che nella nostra cultura non trova grossi appigli: solo l’astrologia suscita interesse in una parte della popolazione. Ma in Asia è diverso, centinaia di anni passati ad osservare astri e palmi di mano hanno donato agli uomini una conoscenza talmente dettagliata della natura e dell’uomo che i più abili riescono a leggere la vita di una persona solo osservandone i tratti somatici. Spesso, gli “illuminati” che leggono il futuro lo fanno in seguito a traumi: è così che si ristabilisce l’armonia della natura. È la base del karma.
Per la cronaca, nel 1993 in Cambogia cadde un aereo sul quale sarebbe dovuto salire Terzani.

Nicholas Capra

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