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Esposte, presso il Museo Casa Natale di Santo Stefano Belbo, immagini di vita dello scrittore

L’amico Aldo Agnelli riuscì a rubare gli scatti al letterato riluttante

beppe-fenoglio-dkdkdkdSono passati cinquant’anni dalla morte di Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano italiano. Per celebrare questa ricorrenza, sino al 29 settembre sarà esposta presso il Museo Casa Natale di Santo Stefano Belbo, via Cesare Pavese 20, la mostra “Beppe Fenoglio nell’obiettivo di Aldo Agnelli”. Il tutto organizzato dal CE.PA.M (Centro Pavesiano Museo Casa Natale), in collaborazione con l’Associazione Memoria Viva Canelli.
Una serie di immagini scattate dall’amico dello scrittore, appunto, il fotografo Aldo Agnelli. Impresa non facile, se consideriamo le parole che Fenoglio scriveva in una lettera ad Italo Calvino, nel febbraio 1952: “Mi chiedi una fotografia. Ora, sono sette anni circa che non mi faccio fotografare…”. Ma Agnelli qualche scatto riuscì a rubarlo, permettendo di dar vita alla mostra, curata dal “Centro documentazione Beppe Fenoglio” della Fondazione Ferrero di Alba. Fenoglio nasce proprio ad Alba il 1° marzo 1922, affetto da lieve balbuzie quando era bambino, si mostra subito intelligente e riflessivo.
Figlio di un macellaio, nonostante diverse difficoltà economiche, viene iscritto al Liceo Ginnasio di Alba per proseguire gli studi alla facoltà di Lettere all’Università di Torino. Richiamato alle armi nel 1943, Fenoglio si unisce poco dopo ai primi gruppi partigiani. Terminata la guerra, Fenoglio consegna la sua vita all’attività letteraria (scelta che i genitori non approvarono con entusiasmo). Prima di dedicarsi completamente alla scrittura, viene assunto come corrispondente estero di una casa vinicola, grazie alla sua ottima conoscenza dell’inglese. È nel 1949 che compare il suo primo racconto, firmato con lo pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti.
Successivamente arrivano “I racconti della guerra civile” e “La Paga del sabato”, che gli fa guadagnare il consenso di Calvino, che avrebbe poi conosciuto personalmente, come anche lo scrittore Elio Vittorini. Nel 1962, a Fenoglio viene diagnosticata una forma di tubercolosi. Con l’aggravarsi della malattia viene ricoverato in ospedale, con la diagnosi di  un cancro ai bronchi. Negli ultimi giorni fu costretto a comunicare con un foglietto poiché tracheotomizzato a causa dei problemi respiratori.
Dopo la sua morte, moltissime opere vengono alla luce, tra cui “Una questione privata”, “Il partigiano Johnny” (che ottenne il premio Prato) e “L’imboscata”. Come per un altro noto autore, Cesare Pavese, le Langhe sono per lo scrittore sia terra natìa che legame indelebile. Il padre di Fenoglio veniva da Monforte mentre la madre da Canale, alla sinistra del Tanaro. Molto diversi anche per opposte educazioni e nel modo di fare, i genitori di Fenoglio influenzeranno molto la formazione della sua identità e la sua predilezione per le colline di Langa a cui sentiva di appartenere per origini paterne ma soprattutto per indole. Di seguito, alcune sue parole: “Quanto a me, debbo dire che quella miscela di sangue di langa e di pianura mi faceva già da allora battaglia nelle vene, e se rispettavo altamente i miei parenti materni, i paterni li amavo con passione, e quando a scuola ci avvicinavamo a parole come “atavismo” e “ancestrale”, il cuore e la mente mi volavano immediatamente e invariabilmente ai cimiteri sulle langhe”.
Il mondo contadino è ricorrente nelle sue opere, ricche di personaggi che lottano quotidianamente per la sopravvivenza e profondamente segnati dal lavoro. L’autore, che scrive per vocazione ma anche con difficoltà “Non certo per divertimento. Ci faccio una fatica nera”, parla della vita come una guerra quotidiana.
Agnelli, nelle sue foto, ha cercato di fissare in un’immagine tutto ciò di cui avete letto fino ad ora. Immagini in bianco e nero nitide ed appassionate.
Se siete curiosi di vedere gli scatti, la mostra è visitabile secondo il seguente orario: sabato e domenica 9/12-15/18. Nei giorni feriali è invece necessaria la prenotazione, telefonando al numero 3339379857.

Ilazria Zanazzo

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