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A Palazzo Reale oli, stampe e documenti dell’artista austriaco

Mostra curata da Weidinger del Museo Belvedere di Vienna

Se siete appassionati di arte e vi piace particolarmente Gustav Klimt, non potete rinunciare alla mostra in suo onore che sarà attiva sino al 13 di luglio. Ad ospitare venti oli, disegni, stampe e documenti dell’artista è Palazzo Reale a Milano; un numero considerevole, se pensiamo che i dipinti di Klimt sono cento, in tutto. La mostra è organizzata e prodotta proprio da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, ed è curata da Alfred Weidinger, studioso dell’artista e vice direttore del Museo Belvedere di Vienna, che vanta il maggior numero di opere klimtiane e dal quale provengono in gran parte quelle esposte a Milano.
L’intento della mostra è quello di viaggiare attraverso il percorso del maestro, cominciando dall’esordio fino agli ultimi periodi, che andranno a coinvolgere Matisse ed Egon Schiele, che lo ritrarrà sul letto di morte.
klimt 01Vengono indagati anche i suoi rapporti familiari ed affettivi, nonché la sua passione per musica e teatro. Il primo sguardo sull’esibizione mostra alcuni dipinti dei fratelli di Klimt, anch’essi artisti. Oltre alle sue opere giovanili, si prosegue con la Scuola d’Arte Viennese e la fondazione della Compagnia degli Artisti, per giungere alla Secessione Viennese. Una  sala intera è dedicata alla riproduzione dell’originale Fregio di Beethoven, sulle note della Nona Sinfonia. Realizzato fondendo insieme diversi stili pittorici, vuole rappresentare il  percorso di un cavaliere per congiungersi alla donna, trionfando con “l’Inno alla gioia”. La mostra, che si intitola “Klimt. Alle origini di un mito”, accompagna il visitatore tra i capolavori del pittore austriaco, dal Girasole a Dopo la pioggia, da Adamo ed Eva alla Famiglia.
L’assessore alla Cultura Filippo del Corno ha dichiarato che “Nell’ambito di un progetto culturale che vede Milano al centro del panorama dei grandi eventi espositivi internazionali, questa mostra rappresenta un capitolo di notevole qualità e importante significato”. Klimt era capace di rendere la poesia di un paesaggio, la forza che emanava un viso, ma era in grado di dare voce anche al mondo interiore, spesso angosciato. Piuttosto che la rappresentazione della realtà, in questo caso, prevaleva il simbolo, l’evocazione.
Linee sinuose si fondono con volti umani, corpi che si muovono su sfondi minuziosamente decorati. Ricordando l’opera Le tre età della donna, per esempio, Klimt rivisitava infanzia, maternità e declino della figura femminile, disegnando personaggi stilizzati su una base di figure geometriche che ricordano pietre preziose.
Oppure la prima Giuditta, esempio di spontaneità dell’artista e che segna il suo passaggio attraverso il periodo aureo, per una forte astrazione simbolica e l’uso massiccio dell’oro. Tale periodo culmina con una delle opere più note di Klimt, il Bacio, che celebra il piacere sensuale. Allo stesso tempo, però, vi si introduce anche un lato oscuro della vita, la minaccia della morte e della decadenza. Le inesauribili tematiche proposte spaziano dalla gioia di vivere all’angoscia esistenziale, dal ritratto all’allegoria, rendendo Klimt una delle personalità più innovative dell’Ottocento. Proponeva infatti un’arte diversa, ricca di luce e preziosità cromatiche.
L’esposizione è visibile il lunedì dalle 14.30 alle 19.30, martedì, mercoledì e la domenica dalle 9.30 alle 19.30 e giovedì, venerdì e sabato dalle  9.30 alle 22.30. Dai primi di aprile si è deciso di prolungare gli orari di visita della mostra, come per “Vassily Kandisky. La collezione del Centre Pompidou”, esposta anch’essa a Palazzo Reale. Non mancate l’appuntamento, perchè, come diceva Klimt stesso, “Chiunque voglia sapere qualcosa di me, deve osservare i miei dipinti”.

 
Ilaria Zanazzo

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