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Generi alimentari in picchiata libera e crescita delle vendite tecnologiche

Gli italiani rinunciano a mangiare ma non al cellulare

In tempo di recessione, gli italiani sono costretti a ‘tirare la cinghia’ e ad aprire il portafoglio in base alle loro possibilità economiche, generalmente ridotte rispetto allo scorso decennio. L’ISTAT, pubblicando un recente rapporto riguardo la crisi dei consumi, ha riportato un’ulteriore diminuzione dei consumi di un ulteriore 3,5% nei primi mesi del 2014, percentuale in calo dello 0,2% su base mensile. Il crollo più preoccupante, come sottolineato il mese scorso dalla Coldiretti di Alessandria, riguarda la vendita dei prodotti alimentari, che in un anno è stato pari a -6,8%. In calo anche i consumi per viaggi, tempo libero e cultura, diminuiti di circa 3 punti percentuali, ai quali si affianca una diminuzione della spesa per istruzione e libri di testo, complice il sempre più precoce abbandono scolastico.
D’altro canto, nonostante la crisi, la spesa per i prodotti di tecnologia sta continuando ad aumentare in modo assolutamente controtendenza, tanto che, se non si considerassero gli altri dati, si potrebbe pensare che l’economia goda di ottima salute. Le statistiche ci dicono che, dal 2007 ad oggi, le spese per i prodotti hi-tech si sono quasi raddoppiate, con un trend che non accenna minimamente a fermarsi.
Questi dati possono essere lo spunto per intraprendere un’interessante analisi: se da una parte, quindi, i consumatori rinunciano ai viaggi, alla cultura, e, addirittura, al cibo, quali sono le priorità degli italiani? Come è possibile che oggetti una volta sconosciuti, e talvolta tuttora superflui, abbiano rimpiazzato in pochi anni, i piaceri e i bisogni immutati per secoli di storia umana? Alla necessità di comunicare in tempo reale per motivi lavorativi o di sentirsi vicini alle persone care che vivono distanti da noi, si affianca il desiderio, tanto studiato da sociologi e psicologi, di voler crearsi una vita virtuale all’interno dei social network, dove, grazie al filtro costituito dall’oggetto di comunicazione stesso, si può creare un profilo di sé stessi che sia più soddisfacente di quello reale secondo i comuni canoni della nostra società.
La continua proposta di prodotti sempre più all’avanguardia, unita ad una pubblicità pressante, crea il desiderio di rimanere sempre al passo con l’offerta. Per ovviare alla crisi dei consumi alimentari, quindi, al momento sembra esserci una sola soluzione: produrre televisori e smartphone che siano commestibili dopo l’utilizzo.

Marcello Rossi

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