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Le donne discriminate in quanto tali. Domande su progetti familiari e figli futuri fanno la differenza con l’altro sesso

Parità di condizioni e di trattamento economico ancora un miraggio nonostante la preparazione e l’esperienza

Affrontare un colloquio di lavoro crea sempre timori. Ci chiediamo quali domande aspettarci e qual è la risposta migliore da dare e spesso ad incrementare le nostre incertezze riguardo la buona riuscita del nostro colloquio sono le testimonianze di esperienze altrui, come la vicenda di una ragazza veneta di 27 anni alla quale non è stato permesso di ultimare il suo colloquio perché si è rifiutata di rispondere ad alcune domande riguardo la sua vita sentimentale e sui suoi progetti futuri rispetto a maternità e matrimonio. Domande che nei colloqui di lavoro sono tipiche ma che in questa situazione sono state sottoposte alla ragazza ancor prima delle sue credenziali e capacità e che per questo motivo hanno scatenato nella giovane la volontà di non rispondere. Non stranisce il fatto che la sua storia abbia fatto il giro del web e dei social e che abbia ottenuto un gran numero di consensi. Molto spesso capita che nei colloqui di lavoro domande di questo tipo, soprattutto se si tratta di donne, abbiano la precedenza, solo per una semplice questione pratica, facendo passare in secondo piano quelli che, a rigor di logica, dovrebbero essere gli aspetti più importanti, quali le capacità, le esperienze formative e lavorative, le conoscenze acquisite al di fuori dell’ambito di studi, capacità di lavorare in gruppo, aspetti positivi e negativi del proprio carattere, ecc. Le domande riguardanti la disponibilità lavorativa sono punti cardine di un colloquio lavorativo, ma come ho notato in colloqui fatti a me personalmente ed in episodi raccontati da mie coetanee, le prime domande che vengono poste sono sempre state riguardo l’idea futura che abbiamo del matrimonio e dei figli, anche all’età di 18/19 anni, periodo in cui sinceramente questi erano pensieri che personalmente non avevo mai fatto. Cosa bisogna fare allora di fronte a domande del genere? Fare come la ragazza di Mestre che si è rifiutata di rispondere e quindi rischiare di essere mandate via ancor prima di finire? Il modo migliore per poter affrontare un colloquio di lavoro è senza dubbio presentarsi preparati e pronti a rispondere ad ogni domanda, anche a quelle più strane ed ostiche, e perché no sperando anche un po’ nella fortuna.

 

 

Federica Riccardi

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