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“Chi andasse a Grondona rimarrebbe colpito dalla bellezza del panorama che presenta quel paese; un vero incanto (…)”. Così scriveva Monsignor Clelio Goggi di questo bellissimo paesino; fuori dalle principali vie commerciali e di comunicazione. Chiunque; infatti; si addentri in questa magnifica vallata; avrà ben presto la sensazione di trovarsi in un luogo lontano; nello spazio e nel tempo; a stretto contatto con la natura; distante dalla frenesia della città. Si inizia dalla località di Chiapparolo; per poi giungere a Variana; dove svetta la slanciata torre di San Colombano; ultima traccia dell’antico monastero eretto intorno al Mille; sotto il dominio longobardico. Proseguendo l’itinerario che segue il percorso del torrente Spinti; al bivio con la strada che porta a Sezzella; borgo medievale da cui si gode di un panorama incantevole; si trova la trecentesca chiesa gotica dell’Annunziata; impreziosita da alcuni affreschi del XV-XVI secolo; attribuiti al Boxilio. Dopo pochi chilometri si giunge nel capoluogo; annunciato dalla romanica Pieve dell’Assunta; eretta nel XII secolo: al suo interno è conservato un affresco di grande pregio; eseguito da Antonio Barbe nel 1649; che raffigura “la Vergine nell’atto di bastonare il Diavolo”. Se da qui solleviamo lo sguardo sulla collina che sovrasta l’abitato; possiamo vedere il mastio del maniero edificato dai Vescovi-Conti di Tortona e purtroppo crollato nella frana del 12 aprile 1934. Per chi volesse; infine; proseguire l’immersione nella natura; le frazioni di Sasso e Lemmi; sulle alture di Grondona; rappresentano una meta forse faticosa; ma meritevole dello sforzo.

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