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Sara Bertelà in un susseguirsi di momenti drammatici, deduzioni, lezioni, ragionamenti e interferenze propone polifonicamente le Troiane. Succede venerdì 13 marzo (ore 21) al Teatro Sociale di Valenza: Roberto Tarasco, direttore artistico del Sociale, firma la regia e la drammaturgia di un testo intenso che raccoglie l’eredità della tragedia di Euripide.
In scena una straordinaria Sara Bertelà, già vincitrice del Premio “Le maschere del teatro italiano” 2013 come miglior attrice e, nel luglio 2014, del Premio della Critica Teatrale ANCT – Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, ci propone un quadro corale, nel quale interpreta le quattro protagoniste della tragedia, ovvero Ecuba, Cassandra, Andromaca ed Elena. I personaggi sono dissezionati secondo le categorie comportamentali elaborate da Henrì Laborit, biologo, filosofo ed etologo francese. L’universo femminile viene ritratto con l’efficacia dell’archetipo nelle sue differenti declinazioni. Ognuna delle protagoniste trova il modo di reagire alla tremenda sventura che stanno subendo: Ecuba o della forza, con l’accettazione; Cassandra o della veggenza, con la lotta; Andromaca o della disperazione, con l’inibizione; Elena o della seduzione, con la fuga. Euripide, colloca la tragedia, alla fine della guerra di Troia. È la mattina dopo la notte di sangue e urla. La città è in fiamme, le mura crollate, gli uomini inghiottiti dall’oscurità, tutti morti. I cadaveri restano insepolti nelle strade e sugli spalti, avvolti nelle fiamme e sotto i crolli. Priamo è un tronco senza testa abbandonato sulla spiaggia. Non c’è azione, tutto è già avvenuto. Esaurito anche l’intervento degli dei che dopo aver annunciato la loro presenza nel prologo si allontaneranno senza fare più ritorno. Alle Troiane non è dato che esprimere il proprio dolore con lunghi e luttuosi lamenti, battendosi il petto.
Come in un laboratorio scientifico le donne prigioniere sono chiuse come topi in gabbia: anche noi le possiamo osservare a distanza di duemila e cinquecento anni. Pensieri statici, comportamenti, emozioni vengono esaminati come modelli sperimentali.
La scena è eccezionalmente statica e questa assenza di azione offre, sul piano drammaturgico, il corrispettivo alla mancanza di vita della città. Se l’Iliade è il monumento alla bellezza della guerra, le Troiane sono il controcanto femminile, un’ode alla compassione per i vinti.
Biglietti intero euro 15; ridotto euro 10.
La biglietteria è aperta martedì e giovedì dalle 16 alle 19, e il giorno della replica dalle ore 20 a inizio spettacolo.

TROIANE, ISTRUZIONI PER L’USO
dalla tragedia di Euripide al laboratorio di Henri Laborit
con Sara Bertelà
testo, regia, scenofonia Roberto Tarasco
produzione Nidodiragno
“Quando in una situazione non potete fuggire, né lottare, né accettarla, vi inibite. Il significato biologico dell’inibizione é: meglio non agire, per non essere distrutti dall’aggressione. Ciò va bene se serve a salvare al momento la vostra pelle, la vostra struttura. Ma se non siete in grado di sottrarvi molto rapidamente, da questo stato di inibizione, di attesa in tensione, allora in quel momento comincia tutta la patologia” (Henrì Laborit, 1970)
Sara Bertelà si forma al Teatro Stabile di Genova con cui collabora in numerose produzioni dirette da Marco Sciaccaluga e Valerio Binasco. Altra lunga collaborazione è quella con la regista Cristina Pezzoli. Ha lavorato inoltre con Giorgio Albertazzi, Gianfranco De Bosio, Giulio Bosetti, Massimo Castri, Gabriele Lavia, Carlo Cecchi, Cristina Comencini e Andrée Ruth Shammah. La collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano la vede interprete in “Exit”, che nel settembre 2013 le vale il premio “Le maschere del teatro italiano” come miglior attrice protagonista, nello spettacolo scritto e diretto da Fausto Paravidino. Viene insignita nel luglio 2014 del Premio della Critica Teatrale ANCT – Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, consegnatole nell’ambito di Volterra Teatro. Al cinema ha recitato per “Due amici” di Sframeli e Scimone “Il mio miglior nemico” , regia di Carlo Verdone, “Cristine Cristina”, diretto da Stefania Sandrelli (2009). Per la televisione “La vita che verrà”, “Provaci ancora prof.”, “Un Posto al Sole” nei discussi panni di Aurora. La sit-com “Cotti e mangiati” (2010) la vede nella parte di Iza che le vale il Premio Agave di Cristallo.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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