Il nostro Paese è noto per essere patria di santi; poeti e navigatori ma da una trentina d’anni a questa parte anche di un’altra figura ricorrente: il volontario.
In seguito ai terremoti che devastarono il Friuli nel 1976 e che colpirono Campania e Basilicata nel 1980 venne istituito il Ministero per il coordinamento della Protezione Civile; concretizzando la legge 996 del 1970: “Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità”.
La Protezione Civile opera in sinergia con: Vigili del Fuoco; Croce Rossa italiana; Forze armate e di Polizia; Corpo Forestale; Consiglio Nazionale delle Ricerche; Servizi Tecnici Nazionali; Corpo Nazionale di Soccorso Alpino; Servizio Sanitario Nazionale e organizzazioni di volontariato (ONLUS); questa rete di enti permette uno sfruttamento ottimale dei mezzi e delle strutture a disposizione; oltre che una ramificazione capillare su tutto il territorio.
Oltre all’ottima disponibilità di mezzi a disposizione vi è un fattore determinante nell’eccellenza dell’organo: la solidarietà degli italiani; se indissero un concorso europeo per il cuore più grande lo vinceremmo sicuramente noi.
La macchina della solidarietà accende i motori ogni qual volta una calamità si abbatte su di un pezzo dello Scarpone: terremoto in Emilia; frane alle Cinque Terre; esondazioni in Piemonte o l’alluvione di Genova non fa differenza: quando una mano si tende; in sessanta milioni accorrono per estrarla dalle macerie.
Sessanta milioni di mani che si tendono; unite a braccia che scavano e bocche che rincuorano insieme a gambe che camminano; corrono e vanno avanti; verso un domani; verso quel Domani titolo della canzone-simbolo del riscatto dell’Abruzzo sbriciolato dal terremoto del 6 aprile 2009.
Un’immagine simbolo della fratellanza latente degli italiani: durante le rovinose frane che colpirono le Cinque Terre gli eterni nemici ultras del Genoa e della Sampdoria lavorarono spalla a spalla nel fango della montagna che si abbattè con violenza sulle province spezzine.
“La Protezione Civile sei anche tu” recita lo slogan dell’organizzazione: stringiamoci a corte ancora una volta; facendo risaltare quei valori umani che non conoscono crisi e che l’Europa intera ci invidia.
Nicholas Capra