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Piazza Fontana a Milano; Piazza della Loggia a Brescia; il treno Italicus; Ustica; Peteano; la Stazione diBologna: nomi e luoghi che risvegliano inevitabilemente ricordi dolorosi in tutti gli italiani scandirannoi momenti salienti dello spettacolo dal titolo “Gli anni bui della Repubblica. Cronache di un viaggionell’Italia degli anni di Piombo”; che andrà in scena venerdì 20 aprile alle ore 21.15 a Bassignana (AL);nel rinnovato oratorio “La Corte Granda”; in Corso Italia.

Le tristemente note stragi avvenute nei cosiddetti “anni di piombo”; che hanno segnato indelebilmente lastoria recente del nostro Paese; saranno riproposte facendo luce non tanto sugli eventi in sé quanto piuttostosulle cause che li hanno generati e le conseguenze che ne sono scaturite; sulle indagini e sugli interminabiliprocessi (alcuni dei quali tutt’ora in corso) vergognosamente conclusisi senza colpe e senza colpevoli.
Proprio sabato scorso; 14 aprile 2012; si è concluso il processo per la strage di Piazza della Loggia: TUTTIASSOLTI!

A guidare il pubblico in questo viaggio ideale tra indignazione; rabbia e riflessione saranno Paolo Benucci;Gian Franco Cereda; Gianluca D’Aquino e Cristina Forcherio; attraverso un reading teatrale valorizzatoda drammatici video e registrazioni audio originali dell’epoca; canzoni; monologhi e interpretazioni.

Protagonista assoluto il periodo del secolo scorso che va dagli anni Settanta al principio degli anni Ottanta;in cui si verificò l’estremizzazione della dialettica politica che si tradusse in violenze di piazza; lotta armata eterrorismo. Una cronaca di quarant’anni di misteri; ritrattazioni; processi; condanne; assoluzioni; nomi saliti
alla ribalta per poi svanire nelle ombre dei segreti d’Italia.
Un’Italia la cui trasparenza rivendichiamo quotidianamente; contro ogni forma di occultamento. Contraltareal dramma giudiziario del «Segreto di Stato» che; al pari dei depistaggi; uccide due volte le vittime.

«Si era pensato di far parlare personaggi passati alla storia quali autori materiali e ideatori delle grandistragi e degli omicidi di matrice terroristica – spiega Gianluca D’Aquino; che è anche autore del testo -.Ma ciò che volevano l’hanno fatto; e ha segnato la storia di una nazione; l’Italia; di città; di famiglie;di uomini e donne; di bambini rimasti orfani e bambini mai nati.». «È invece alle vittime che dedichiamoquesta cronaca – prosegue Cristina Forcherio -: ai giudici; ai carabinieri; ai poliziotti; ai giornalisti; agliuomini della politica e delle istituzioni; alle persone comuni che non ci sono più e alle loro famiglie.». PaoloBenucci chiarisce: «Vorremo solo che ci fosse un po’ di giustizia e che possa emergere dall’ombra chi
realmente ha responsabilità sulle morti di uomini e donne; comunque; innocenti.». «Pensiamo alle vittimedi quei “criminali senza nome” – conclude Gian Franco Cereda – perché le istituzioni e la giustizia nonglielo hanno dato o non hanno voluto darglielo. A noi piacerebbe ridare nome e volto alle vittime che gliinterminabili processi dall’esito discutibile hanno dissolto nel nulla di oscuri fascicoli giudiziari.».

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