dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Questa sera, martedì 27 marzo, il Circolo del Cinema “Adelio Ferrero” propone la visione del film “Hannah” di Andrea Pallaoro, che si avvale della magnifica prova di Charlotte Rampling, Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile al Festival del Cinema di Venezia 2017.

La proiezione avrà luogo, alle ore 21.15, presso il Cinema Multisala Kristalli di via Parini 17, Alessandria, al costo di 5 euro per i tesserati (7.50 euro per chi non è in possesso della tessera del Circolo del Cinema). Nel corso della serata sarà possibile tesserarsi.

Dopo il convincente esordio del 2013, con Medeas (presentato a Venezia – Orizzonti), il regista trentino Andrea Pallaoro ritorna sul grande schermo con Hannah, il racconto scabro e doloroso dello smarrimento esistenziale di una donna posta di fronte, all’improvviso, a un crocevia di scelte, alla scomparsa del rassicurante battito del quotidiano. Hannah (una straordinaria Charlotte Rampling – Coppa Volpi allo scorso Festival del Cinema di Venezia – che lavorando per sottrazione, di parole, di espressioni, di gesti, porta sulle proprie forti spalle d’attrice il peso del suo personaggio) ha perso i suoi affetti, gran parte del mondo: il marito, che è stato arrestato, il figlio, che si rifiuta di avere un qualsiasi dialogo con lei. Ricostruire una vita decente e, insieme, se stessa, pare davvero una sfida troppo ardua. Per questo il suo è l’inizio di un viaggio verso l’annichilimento, il distacco dalle persone e dalle emozioni, la progressiva rarefazione delle parole. Pallaoro filma lo sguardo gettato verso l’abisso di una figura femminile convincente e intensa, con uno stile ruvido, anti-narrativo, che si avvale di frequenti primi piani sul volto segnato della Rampling, mentre – per contro – la realtà esterna sembra farsi sempre più lontana, immersa in un silenzio liquido e assordante. In certi momenti Hannah potrebbe ricordare L’avenir (2016), con l’egualmente in crisi Isabelle Huppert, diretta da Mia Hansen-Løve. La differenza è che nel film di Pallaoro non ci sono pertugi, spiragli, varchi attraverso cui sbirciare alle “cose che verranno”.

Barbara Rossi