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I dati dell’Ocse certificano come la riforma Fornero abbia impoverito (più di quanto non lo fossero già) le future pensioni di chi oggi è precario, un gruppo di lavoratori che da tempo questo allarme lo ha già colto, si organizza per contrastare quella legge: sono Rsu (quindi Cgil, Cisl e Uil, con adesioni di altri sindacati) che attraverso un gruppo su Facebook e una serie di riunioni si stanno mobilitando contro la Fornero.

 

Il gruppo si chiama «Rsu contro Riforma Pensioni Fornero», l’iniziativa è partita da un ordine del giorno approvato dalle Rsu della Electrolux di Susegana e da quelle della CgtCls, multinazionale francese che ha sedi anche in Italia. In pochi giorni hanno aderito decine e decine di Rsu un po’ di tutta Italia (ma in special modo del centro-nord), non solo del lavoro privato: adesioni anche nel pubblico, tra i vigili del fuoco, la vigilanza. E ci sono anche singole adesioni di Ugl, Cobas, Usb.

 

La piattaforma di richieste avanzata al governo e al Parlamento, perché le iniquità della riforma Fornero vengano cancellate sono l eseguenti.

Si chiedono innanzitutto «meccanismi di flessibilità di uscita, per correggere l’allungamento dell’età pensionabile, che genera disoccupazione per i giovani e per i lavoratori anziani che vengono espulsi. Per i pensionati, si chiede «un tetto pensionistico interamente indicizzato a 5 mila euro lordi mensili, con il divieto di cumulo di lavoro pensione oltre tale cifra, eliminando l’attuale mancato recupero dell’inflazione.

 

Per i lavoratori: il ripristino delle anzianità anagrafiche per l’accesso alla pensione di vecchiaia (60 anni per le donne e 65 per gli uomini). La possibilità di accedere volontariamente alla pensione di anzianità con 40 anni di contributi, la riduzione dell’età pensionabile per i lavori usuranti.

 

E ancora: l’eliminazione dei coefficienti automatici di innalzamento dell’età pensionabile; una strategia inclusiva, attraverso l’omogeneizzazione contributiva (da elevare gradualmente al 33% per tutti), la copertura contributiva pubblica dei periodi di disoccupazione involontaria e dell’attività di cura che ricade perlopiù sulle spalle delle donne; una limitazione della riduzione automatica del tasso di sostituzione, rimettendo in discussione i coefficienti di trasformazione che devono garantire pensioni decenti e che non provochino un impoverimento improvviso delle persone; possibilità di destinare volontariamente alla previdenza pubblica una quota dei contributi destinati alla pensione integrativa, in modo da aumentare il proprio montante contributivo.

 

 

 

E’ un’occasione per parlare di Lavoro, Diritti e Organizzazione.

 

 

 

Ci incontriamo venerdì 14 marzo ore 17,30 c/o la Ristorazione Sociale Viale milite Ignoto, 1/A Alessandria.

 

 

 

 

 

Interverranno

 

Stefano Barbieri, Responsabile Nazionale Lavoro PdCI

Giorgio Barberis, Indipendente PRC già Assessore al Lavoro c/o Comune di Alessandria

Matteo Gaddi, movimento per il lavoro

Ciro Fiorentino, consigliere comunale FdS Alessandria.

 

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