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Dopo un inizio di gennaio dal sapore primaverile; l’inverno tornerà a farsi sentire.
Correnti fredde; infatti; alla fine del prossimo weekend riporteranno un clima “più invernale” con un crollo termico anche di 10-15 gradi rispetto ai valori eccezionalmente elevati dello scorso fine settimana.
Le temperature torneranno così in linea con le medie stagionali se non leggermente al di sotto; ma si tratterà di un freddo normale per la stagione.
Nei campi però è allarme per il gelo in arrivo con l’ondata di maltempo dopo che l’insolito caldo primaverile fuori stagione ha risvegliato le gemme delle coltivazioni rendendole più vulnerabili.
E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’arrivo di nuova perturbazione che porterà freddo e neve sulla penisola; sulla base dei dati elaborati da Isac Cnr.
“Il grande freddo arriva nel weekend dopo che il 2012 è stato in Italia – sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – il quinto anno più caldo dal 1800 in cui sono iniziate le rilevazioni con una temperatura superiore di 1;02 gradi e precipitazioni inferiori del 6%”.
L’improvviso abbassamento della temperatura che potrebbe raggiungere fino a dieci gradi conferma un andamento climatico anomalo che nell’ultimo anno a causa del gelo invernale; della siccità estiva e dei nubifragi autunnali ha provocato un crollo dei raccolti per i prodotti base della dieta mediterranea; dal vino all’olio fino alle conserve di pomodoro.
“Tra i prodotti base della dieta mediterranea – aggiungono Paravidino e Moroni – se la vendemmia si è attestata sui valori minimi da quasi 40 anni con un calo del 6 % del vino per un totale di appena 40 milioni di ettolitri; la produzione di pomodoro da conserva è scesa del 12 % attorno le 4;4 milioni di tonnellate mentre è scesa a 4;8 milioni di quintali la produzione italiana di olio di oliva; in calo del 12% rispetto ai cinque milioni e mezzo della scorsa annata”.
Un peggioramento del clima nei prossimi giorni non potrebbe che avere conseguenze negative per la produzione di frutta; verdure e cereali facendo così anche lievitare i prezzi dei prodotti. Una situazione che andrebbe a gravare su aziende già messe in ginocchio dalla crisi economica.

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