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Estorsioni; usura; violenze; gravissime minacce; praticate e rivolte da tre soggetti di origine calabrese a molti imprenditori di Tortona; che sono stati costretti; in alcuni casi a partire dal 2005; a versare ripetutamente denaro contante per un giro d’affari complessivo pari a quasi un milione di euro.

Tre le persone arrestate; dieci i denunciati e coinvolti a vario titolo.

Due dei tre soggetti; fratelli nativi di Cittanova (RC) ma residenti da tempo a Tortona; sono stati arrestati in flagranza di reato dalle Fiamme Gialle; immediatamente dopo aver intascato l’ennesima busta contenente 2.500 euro; dalle mani di un imprenditore locale che li supplicava di non pretendere più denaro; non essendo più in grado di far fronte alla continua richiesta di soldi. La minaccia di fargli perdere immediatamente il lavoro è stata sufficiente per costringerlo a pagare di nuovo.

Le indagini; coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino; hanno svelato anche in questo territorio; attraverso giorni di appostamento; intercettazioni ambientali e filmati registrati dalle Fiamme Gialle; un pericolosissimo sistema di estorsioni e usura in cui sono caduti in trappola molti imprenditori tortonesi; tra i quali titolari di concessionari d’auto; immobiliaristi; agricoltori e commercianti.

I molti casi di usura accertati hanno svelato tassi di interesse annui del 30%; fino a raggiungere in alcuni casi anche il 120%. Alcuni imprenditori; particolarmente vessati; erano vittime sia di usura che di continue pretese di denaro.

Le vittime però; aiutate dai finanzieri; hanno poi avuto il coraggio di raccontare le prevaricazioni subite ormai da diversi anni. Nessuno; sino a quel momento; aveva denunciato nulla per paura di ritorsioni; è stata la notizia dell’arresto e la sicurezza che da quel momento in poi non si sarebbe più presentato nessuno a pretendere dei soldi; a convincere gli imprenditori a raccontare tutto.

Inoltre; dopo aver subito anche in passato sequestri patrimoniali di immobili; autovetture; conti correnti bancari da parte della Direzione Investigativa Antimafia; per sfuggire ad ulteriori sequestri di beni; i calabresi avevano intestato a dei prestanome alcune autovetture che utilizzavano anche per riscuotere il denaro e che sono state immediatamente sequestrate.

L’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza hanno contestato agli estorsori l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni dell’associazione di tipo mafioso; alla stessa stregua cioè di un associazione mafiosa; mediante la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che inevitabilmente ne deriva.

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