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646.258;00 euro di ricavi “in nero”; 50.407;00 euro di I.V.A. evasa; due lavoratori “in nero”: è il bilancio di una verifica fiscale condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Valenza nei confronti di un’associazione sportiva dilettantistica locale.
L’associazione; oltre alle attività istituzionali effettivamente svolte; gestiva al proprio interno un bar e un ristorante/pizzeria; la cui funzione doveva essere solamente quella di finanziare le spese di carattere istituzionale.
La vigente normativa; infatti; consente agli enti non commerciali; quali appunto l’associazione verificata; di svolgere anche attività di carattere commerciale; purché non ne derivi un lucro per i soci: i guadagni di tali attività devono cioè essere reinvestiti nell’associazione. Solo a questa condizione; gli eventuali guadagni conseguiti dall’ente non commerciale possono beneficiare di una tassazione agevolata; giustificata dalle finalità sociali perseguite.
I finanzieri hanno invece scoperto che; se; fino al 2009; l’associazione era realmente un ente non commerciale; a partire dal 2010; con l’apertura dei servizi di ristorazione; aveva cominciato a distribuire utili senza reinvestirli nelle attività istituzionali; facendo così venire meno i presupposti per continuare a valersi del particolare regime fiscale agevolato.
Non solo; i finanzieri hanno anche scoperto che buona parte dei proventi derivanti dalle relative consumazioni veniva totalmente occultata; sottraendola quindi del tutto anche a quella minima tassazione agevolata di cui l’associazione non aveva più spettanza.
In realtà; già prima del 2010; prima dell’apertura dei servizi di bar e ristorazione; l’associazione era incorsa in altre irregolarità; puntualmente emerse dall’esame documentale condotto dai verificatori. L’ente; infatti; aveva considerato come diretta espressione delle proprie finalità di promozione sociale («per il sano ed utile impiego del tempo libero») anche la gestione di apparecchi da gioco; per cui i ricavi che ne derivavano finivano per non scontare indebitamente alcuna imposizione; neanche quella agevolata riconosciuta agli enti non commerciali.
Ma è comunque dopo; con l’apertura dei servizi di ristorazione; che l’ente ha subito una radicale trasformazione; diventando a tutti gli effetti un’impresa commerciale rivolta al pubblico. A nulla sono valsi i tentativi di nascondere questa nuova realtà: addirittura; dopo l’ingresso dei finanzieri; i responsabili hanno proceduto a tesserare come soci alcuni avventori; nell’erronea convinzione di poter così giustificare la propria attività.
E’ evidente che comportamenti come quello scoperto dai finanzieri di Valenza danneggiano non solo la collettività; che viene così depauperata delle risorse necessarie da destinare ai servizi pubblici essenziali; ma anche quegli imprenditori onesti; che; rispettando le regole; subiscono la sleale concorrenza di coloro che; invece; dissimulando la propria natura e abusando di un regime fiscale agevolato; possono proporsi più convenientemente sul mercato; praticando al pubblico prezzi inferiori.

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