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L’anticiclone Circe ha colpito e sono ingenti i danni della grandinata che ha messo in ginocchio l’agricoltura della zona del tortonese nello scorso fine settimana.

A farne le spese maggiori i vigneti e i frutteti.

Produzioni di Timorasso e Barbera “perse in vigneto” in alcune zone anche già al 90%.

Chicchi grandi come uova che hanno continuato a cadere per tre quarti d’ora ininterrottamente: le aree maggiormente colpite quelle di Sarezzano; Montegioco; Cerreto Grue; la parte alta di Monleale e Avolasca.

Dalle pesche alle albicocche; dalle mele alle pere ma soprattutto l’uva in attesa di vendemmia: sono molte le coltivazioni sferzate dal maltempo per le quali gli agricoltori rischiano di vedere sfumare il lavoro di un intero anno.

Un’estate “pazza” che ha provocato fino ad ora danni ingenti per effetto dei lunghi mesi di caldo e della siccità ma anche delle grandinate che a macchia di leopardo hanno avuto come effetto la distruzione delle coltivazioni agricole.

“Se la mancanza di pioggia per mesi ha fatto appassire decine e decine di ettari di granoturco con un taglio dei raccolti anche di pomodori; bietole e girasoli – sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – la grandine ha provocato danni irreversibili anche a coltivazioni particolarmente sensibili come la frutta; la verdura e ai vigneti”.

L’andamento climatico di questi giorni conferma l’anomalia di un 2012 segnato da neve; siccità; pioggia; caldo ed ora temporali e grandine che hanno messo a dura prova le campagne. Una situazione frutto dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano in Italia con una sempre maggior frequenza con cui si verificano eventi estremi; sfasamenti stagionali e una modificazione della distribuzione delle piogge; il tutto nell’ambito di una tendenza al surriscaldamento.

La grandine; comunque; resta sempre la più temuta dagli agricoltori in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in piena produzione.

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