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Quindici giorni di avventura mettendo a rischio la propria vita per essere i primi italiani a compiere la traversata nella foresta pluviale panamense; scendendo in Kayak (canoa) sette diversi fiumi “in rapida” cioè con piccole cascate e una forte corrente che trascina a valle tutto ciò che trova. Questa l’impresa compiuta da un gruppo di italiani; fra cui due tortonesi e cinque alessandrini che sono riusciti ad attraversare un vastissimo territorio evitando tutti i pericoli che si presentavano dinnanzi a loro. Un’impresa per sfidare sé stessi e la natura.

Autori della straordinaria avventura Roberto Bottone e Carlo Longo di Tortona; Roberto Favorido e Davide Prando di Gamalero e Massimo Remondino; Daniele Ravera e Salvatore Nicodemo di Alessandria. La spedizione è stata organizzata dal “Canoa club” di Alessandria ed aveva come massimo esperto presente; Francesco Balducci con alle spalle circa 800 fiumi percorsi nel suo palmàres.

La difficoltà del percorso consiste; oltre che a mantenere una distanza dalle rocce nella velocità della corrente; anche nel fatto che i fiumi sono situati in zone impervie; difficili da raggiungere. Inoltre; molto spesso nella foresta pluviale piove forte; per cui è anche difficile tenere stabile la canoa e si può immaginare a quanta acqua sono andati incontro gli autori dell’impresa.

“Oltre a tutto questo – dice Roberto Bottone – l’ambiente esterno che non era dei più facili: infatti; rispetto ad altre spedizioni del genere; abbiamo dovuto effettuare numerose vaccinazioni; fra cui tifo; malaria e febbre gialla. Inoltre; se lo scorso anno in Albania; ad esempio; abbiamo dormito in tenda; stavolta; anche a causa della presenza di animali pericolosi per l’uomo abbiamo preferito un ostello; per cui a volte; anche i trasferimenti erano molti impegnativi in strade difficili da percorrere. Se a tutto questo si aggiunge che in quelle zone alle 6 di sera é già buio si può comprendere meglio quali difficoltà abbiamo superato. Più di una volta abbiamo concluso la traversata proprio al limite della visibilità diurna.”

Malgrado i rischi; però i componenti della spedizione non hanno mai avuto veramente paura: “L’unico problema – conclude Roberto – è stato al termine del secondo giorno: mi sono reso conto che il percorso era molto difficile ed impegnativo. Ero stremato ed ho pensato di non farcela a continuare; poi l’entusiasmo e la passione per questo sport mi hanno portato ad andare avanti. Tirando le somme; in fin dei conti; non ci sono stati momenti di particolare rischio rispetto ad altre volte e alla fine devo dire che è stata un’esperienza veramente straordinaria.”

La spedizione é partita da Milano Malpensa con tutta l’attrezzatura necessaria; ad eccezione dei Kayak che sono stati noleggiati sul posto da persone di fiducia.

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