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Voleva essere un opuscolo per mettere in guardia le donne. Ventiquattro pagine di consigli; semplici e spiccioli; per evitare di essere molestate in strada; sul lavoro o finire sotto le grinfie di uno stalker. Insomma; per sentirsi più sicure in città; dove la violenza in tutte le sue sfaccettature è all’ordine del giorno. Ma il vademecum; pensato da un gruppo di signore e patrocinato dal comune di Roma; si è rivelato un boomerang. A molte non è piaciuto; a cominciare dal sottotitolo “Sicurezza; un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci”. E tantomeno sono stati graditi alcuni suggerimenti: “Non camminate in strade buie e non indossate abiti appariscenti”.Così; distribuito da metà luglio in 10mila copie nel metrò; il “Vademecum per la sicurezza” è finito sotto il fuoco amico della storica rivista femminista online; “Noi donne.org”. E il tam tam di chi pensa che “le donne non siano soggetti deboli da scortare a cui propinare fantomatici braccialetti elettronici con gps per chiedere soccorso”; porterà oggi in piazza Trilussa; cuore trasteverino della capitale; una folla di persone; convinte che debba esserci un’altra idea di sicurezza e libertà. “Vogliamo una cultura – si legge nel manifesto ospitato in rete anche dal sito del movimento “Se non ora quando?” – rispettosa delledifferenze; non una cultura della paura e dell’odio”. Anna di Lallo è unadelle autrici del vadecum. Duefigli piccoli e a capo della società “Omniares comunication”; è basita per tanto clamore: “Odio? Ma il mio voleva essere solo un modo per aiutare le fasce più deboli. Sono consigli forse banali; come mettere la borsetta nella busta della spesa. O tenere il cellulare in tasca quando si è da sole di notte; impostato sui numeri del 112 e 113. Consigli della nonna? Forse. Ma sempre validi”.Non ci sta Anna di Lallo ad essere attaccata dalle stesse donne. “Ci ho lavorato un anno su questo libretto; senza guadagnarci un soldo; sull’onda emotiva delle confidenze di un’amica “impazzita” per le continue telefonate e minacce di un uomo. Un anno trascorso ad ascoltare le richieste di tante donne; per capirne paure ed esigenze. Senza tralasciare le informazioni delle forze dell’ordine. Ho trascorso un sacco di tempo all’ufficio anti-stalking della questura”. Conclude con un dubbio Anna Di Lallo: “Forse la polemica è indirizzata al Campidoglio; perché l’opuscolo ha il patrocinio del Comune. Ma solo dopo che lo abbiamo realizzato; io l’ho proposto al delegato del sindaco per le Pari Oppurtunità; Lavinia Mannuni”. Anche se a pagina 8 è lo stesso sindaco; che sulla questione sicurezza ha vinto le elezioni; a spiegare il perché di questa pubblicazione. Scrive: “Per aiutarvi a sentirvi più sicure; sapendo che non siete sole”.

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