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Valutare se sul territorio piemontese possa essere realizzato; in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti; un Centro regionale per cani guida; in modo da dare una risposta adeguata alle esigenze di autonomia delle persone non vedenti.

E’ la richiesta contenuta in un ordine del giorno; presentato a Palazzo Lascaris dall’On. Marco Botta; consigliere regionale; e sottoscritto da altri esponenti di maggioranza.

“L’attività legislativa – spiega Botta – deve essere finalizzata a rimuovere ogni ostacolo esistente alla libertà di vita degli esseri umani; favorendo la comunicazione tra gli stessi; promuovendo ogni forma di integrazione sociale e culturale per i portatori di disabilità e agevolando la loro partecipazione alla vita collettiva. Tra i portatori di disabilità figurano anche le persone con minorazioni visive: i ciechi totali e gli ipovedenti; che rappresentano il 2 per cento della popolazione. In Europa; infatti; sono più di 2 milioni i non vedenti e 10 milioni gli ipovedenti”.

“Grazie ai cani guida – precisa Botta – molte persone con disabilità possono aspirare ad una vita normale: si tratta infatti di animali che; grazie al particolare addestramento ricevuto; sono in grado di contribuire notevolmente al miglioramento della qualità della vita”.

La funzione del cane guida può essere interpretata in diversi modi; a seconda del presupposto logico culturale. A volte il cane guida viene definito strumento; ausilio; supporto. Appare evidente; in tal caso; la condizione di oggetto che si usa e poi si ripone in uno spazio; in attesa di essere utilizzato in altra occasione. In questo caso; il cane guida viene considerato nella sua materialità e per i vantaggi che può procurare alla persona. Ma in realtà il suo ruolo è ben più complesso; e molto più alto è il suo valore. Il cane guida; infatti; svolge una missione nobile e socialmente rilevante in quanto rende la persona non vedente libera ed autonoma; assicurandole mobilità in condizioni di sicurezza.

“Il cane guida – prosegue Botta – deve quindi essere considerato ‘compagno di libertà’ della persona non vedente; quindi un soggetto meritevole di tutela giuridica e di rispetto sociale. Dunque; il suo ruolo è assimilabile a una missione”.

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha incominciato ad occuparsi del cane guida dal primo ventennio del 1900. Risale a quegli anni; infatti; il progetto di fondazione della scuola di Firenze-Scandicci; la prima scuola in Italia e nel mondo che si è preoccupata di diffondere il messaggio che al cane guida doveva essere riconosciuta una particolare funzione sociale in quanto rendeva un importante servizio alla persona; come testimoniano le campagne di informazione svolte nel tempo; oltre alla normativa esistente. Il panorama delle scuole cani guida per ciechi in Italia si è arricchito con la struttura di Limbiate; realizzata dai Lions; e con il Centro Regionale Helen Keller di Messina; istituito dalla regione siciliana; recentemente riconosciuto “polo nazionale per l’autonomia dei non vedenti”. Queste scuole sono accreditate presso la Federazione internazionale delle Scuole cani guida per ciechi; che impone rigorosi protocolli didattici e standard formativi del personale tecnico; mantenendo inoltre una costante vigilanza con puntuali ispezioni svolte da specialisti della materia; requisito che costituisce una importante garanzia per gli utenti; sicuri di contare su “compagni di libertà” ben preparati per il servizio da espletare.

“Ritengo sia molto importante – conclude Botta – dotare di un Centro regionale per cani guida anche il Piemonte; Regione che ha già dimostrato la sua attenzione ai problemi di non vedenti e ipovedenti con la creazione del corso on-line ‘Piemonte; per vedere oltre’; il cui preciso obiettivo è quello di consentire alle persone affette da questo tipo di disabilità di poter godere dell’offerta turistica del nostro territorio in piena autonomia.

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