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Il Consigliere Comunale Mario Bocchio; Presidente della Commissione Politiche Ambientali; esprime soddisfazione per un primo passo concreto; dopo tanto parlare; costituito dallo screening epidemiologico; i cui risultati sono stati oggetto della seduta della Commissione Politiche della Salute di ieri; lunedì 7 febbraio 2011. Voglio ricordare lemendamento al Programma di Mandato presentato proprio dal Gruppo Consiliare PdL-AN (primo firmatario il sottoscritto) e approvato rivendica Bocchio – impegnava proprio lAmministrazione Comunale a promuovere e realizzare lo screening. Quanto sinora fatto non è però sufficiente precisa lo stesso Bocchio ma dovrà solo costituire il punto di partenza per unazione metodologica costante. Lo screening dovrà infatti essere utilizzato per una vera e completa indagine epidemiologica che renda finalmente giustizia e risarcisca le centinaia; forse più; di vittime dellinquinamento della Fraschetta; dove non cè famiglia che; da quando esiste il polo chimico; non sia stata vittima di tumori . Perciò; piuttosto che ai politici; che per quanto concerne lAmministrazione Comunale; stanno facendo la propria parte; ci affidiamo alla Magistratura per imporre secondo giustizia alla Solvay inquinatrice lonere della bonifica ed il risarcimento dei danni fisici e materiali agli inquinati; vere e proprie sindromi professionali. Servono un cambio di passo verso la trasparenza; sempre maggiori controlli e la conoscenza; ad esempio la pericolosità del PFOA attualmente lavorato a Spinetta – aggiunge Bocchio Occorrono più monitoraggi; più manutenzioni; più piani di emergenza. Dare un ruolo allepidemiologia? Sì; ma poi non avere paura dei risultati. Dobbiamo dire no al ricatto occupazionale – ancora Bocchio – Bisogna bonificare il Polo chimico di Spinetta Marengo. Chi paga? Deve pagare chi ha inquinato; non la collettività. Allora noi vogliamo far chiudere la fabbrica? Chi dice così; inganna. Non servono aziende elusive; che negano linquinamento o pretendono di scaricarlo sul passato. E non è più tollerabile un rimpallo fra aziende e istituzioni che impedisce la bonifica. Dunque le aziende dovranno pagare i danni alle persone; alle falde; agli acquedotti; e soprattutto i costi della bonifica; intendendo per bonifica anche e soprattutto leliminazione dei veleni sotterrati. Sullinquinamento chimico in Fraschetta ci sono precise responsabilità – conclude il Consigliere Bocchio – dalle responsabilità dei dirigenti aziendali; alle responsabilità di amministratori ed enti di controllo pubblici. Responsabilità penali; perché quelle morali e politiche sono evidenti: se i politici avessero realizzato lOsservatorio ambientale della Fraschetta; non saremmo arrivati a questo drammatico punto: le indagini idrogeologiche ed epidemiologiche erano infatti al primo punto dellOsservatorio. Se i sindacati avessero sostenuto lOsservatorio piuttosto che le direzioni aziendali; avrebbero difeso i posti di lavoro del futuro. Ora i sindacati dicono: la bonifica è impossibile; se no la fabbrica chiuderà. Il classico ricatto occupazionale.

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