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“Occorre vigilare affinchè l’aumento dell’Iva non sia l’occasione per speculare con aumenti di prezzo ingiustificati su beni indispensabili per i cittadini e le imprese; dalla benzina ad alcuni tipi di alimenti e bevande”. E’ quanto affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni; nel commentare gli effetti dell’entrata in vigore dell’aumento di un punto percentuale dell’imposta sul valore aggiunto su molti beni a partire dalla benzina che è cresciuta di 1;4 centesimi; in misura superiore ad ogni previsione.

“L’insostenibile aumento della benzina rischia di essere – continuano Paravidino e Moroni – un ulteriore elemento di ostacolo alla ripresa dell’economia aggravando i costi delle imprese nazionali che si devono confrontare sul mercato. La maggioranza degli alimenti sono esclusi dall’aumento dell’Iva che però colpisce alcuni prodotti di largo consumo come l’acqua minerale; la birra e il vino per il quale la Coldiretti ha stimato un introito aggiuntivo per lo Stato di 35 – 40 milioni di euro”.

Per una bottiglia di tre euro il giusto aumento è pari ad appena 3 centesimi e bisogna dunque evitare che i ritocchi di pochi centesimi necessari per l’adeguamento dell’Iva diventino l’occasione per rincari ingiustificati al dettaglio in un momento di difficile crisi economica. La crisi ha modificato la distribuzione della spesa degli italiani. Per effetto dei rincari; la spesa per trasporti; combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha sorpassato quella per gli alimentari e le bevande anche per effetto dell’aumento del prezzo di un litro di benzina alla pompa che è oggi superiore a quello di un litro di latte fresco o di vino da tavola. Se sui bilanci delle famiglie è la spesa per l’abitazione a gravare di più con oltre il 28 per cento; al secondo posto si classifica con oltre il 19;1 per cento la spesa familiare destinata a trasporti; combustibili ed energia elettrica; una percentuale di un punto percentuale superiore alla spesa per alimenti e bevande (19 per cento) nel 2010. La situazione cambia a seconda dei nuclei familiari; con le persone anziane sole per le quali l’abitazione e l’energia assorbono da sole quasi la metà delle spese (47;8 per cento); ai quali si aggiunge l’alimentazione che incide per il 21;3 per cento.

In altre parole se una famiglia media spende oltre la metà tra abitazione; energia e cibo; le persone anziane sole arrivano a spendere per queste destinazioni ben il 69;1 per cento; lasciando ben poco ad altro.

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