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Consigli dell’esperto

Con l’arrivo del caldo, aumentano i problemi dei nostri amici animali. E uno dei più noti e fastidiosi è quello dei cosidetti “forasacchi”.Questi non sono altro che le spighe delle graminacee selvatiche che compaiono verso aprile e rimangono sino a ottobre nelle nostre campagne, nei parchi e nei giardini delle nostre case.
La loro pericolosità aumenta non appena seccano. Le loro dimensioni e il loro colore variano molto ma tutte hanno la stessa caratteristica: hanno la forma di una freccia ed una superrficie ruvida. Le spighette riescono facilmente a bucare la pelle dei nostri cani; il resto lo fa il movimento stesso del cane e la superficie ruvida della spighetta. La spighetta tende sempre ad avanzare, creando grazie al movimento del cane o dei tragitti fistolosi e/o degli ascessi o semplicemente si aggancia alla parete di una delle cavità naturali del corpo (narici, terza palpebra, orecchie etc).
Sono molti i cani che ogni stagione arrivano da noi veterinari, con i forasacchi e le parti anatomiche più soggette a questi sono: orecchie, narici, occhi (terza palpebra), spazi interdigitali, zona inguinale, zona ascellare, zona perianale (ghiandole perianali), prepuzio nel maschio e vulva nella femmina. A volte possono raggiungere i tessuti più profondi: fascia muscolare, muscoli, ossa e organi interni (es tragitto fistoloso che dal torace arriva ai polmoni)
A seconda della localizzazione anatomica, si avranno sintomi diversi ma il comportamento del nostro cane sarà sempre quello di cercare di eliminare il forasacco, scuotendo ad esempio le orecchie, starnutendo, grattandosi o leccandosi nel punto in cui è penetrato il forasacco.
A questo punto l’unica cosa da fare è portare al più presto il cane dal proprio veterinario di fiducia per alleviargli, il prima possibile, il dolore ed evitare un infezione batterica.
Come possiamo prevenire questo problema al nostro amico?
Non portare il cane nell’erba alta o in posti in cui l’erba è stata tagliata ma è lasciata a terra a seccare e controllare dopo ogni passeggiata tutto il mantello e in particolare le zone più a rischio (orecchie, spazi interdigitali, sottocoda, occhi).

Dr Raimondo Giorgio,
medico veterinario e comportamentalista

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