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C’è chi ne sente parlare da anni. Come di un’entità prima remota; ora minacciosa; che incombe su di noi; poveri cittadini; a ricordarci che; comunque; prima o poi siamo destinati a morire.
Alta velocità o alta capacità.
Pochi; privilegiati passeggeri; che viaggiano comodi ed agiati alla velocità della luce (come i pendolari insomma); poche – e sottolineo poche – merci che vengono rapidamente trasportate verso l’enorme; laborioso e “gratuito” porto di Genova.
Ecco chi è – e qui si svela l’arcano ed il costui – il Terzo Valico.
Il governo Prodi; rapidamente caduto in disgrazia ad opera di italiani che dimenticano facilmente i patti; aveva intelligentemente fermato l’opera. Ogni tanto infatti persino qualche politico riesce a mostrare un minimo d’intelligenza. Poi con un altro governo; che neppure mi permetto di ricordare; è venuto fuori il ponte di Messina. Riconsiderati quindi i costi; le resistenze; le mafie sempre incombenti; il discorso si è via via affievolito sino a che – e questo è stato l’ultimo colpo di un governo morente – uno scellerato ministro poco prima della morte – non sua ma del governo – ha apposto la firma ad un decreto che dava il via alle opere del Terzo Valico.
Ed ora siamo agli espropri.
La legge è chiara: pubblica utilità!
Quindi: giù la testa coglioni!
Lo stato ve soffoca non solo con le tasse più alte di ogni altro paese civile; non solo vi opprime con l’IMU sulla prima casa. Ma ve la porta via!
La Costituzione sancisce il diritto al lavoro ed alla casa. Il lavoro ce lo dobbiamo cercare e non lo troviamo; e la casa prima ce la dobbiamo cercare prima e pagare – salata – poi.
Ma la stessa Costituzione afferma che il governo – per pubblica utilità – può portarcela via; a patto che appunto lo faccia nell’interesse di tutti.
C’è da chiedersi: pubblica utilità o interesse privato in atto d’ufficio?
Il TAR Piemonte dice che va bene così; che tutto è in regola; e gli espropri non possono essere fermati. Quindi si accomodino da un’altra parte i cittadini che hanno la sfortuna di essere sul tracciato dell’alta velocità. Se poi questi intendono restare nella loro casa e protestare pacificamente; si dica pure alla polizia di essere poco incisiva; coi risultati che in Italia spesso ben conosciamo.
E intanto i soldi pubblici; quelli della pubblica utilità – i nostri soldi – quelli si; viaggiano ancor più veloci dei percorsi da costruire (ma verso chi?).
Verso chi; appunto; non si sa (ma lo sanno tutti); ma da dove possano arrivare allora si: dai tagli dei posti di polizia; dai posti letto negli ospedali; dalla drastica diminuzione dei tribunali; dalle sempre più pesanti trattenute su pensioni e stipendi; dalla mancata fornitura di carta igienica alle scuole (e non è una battuta); e si potrebbe andare avanti all’infinito. Tagli che comunque non toccano le indennità degli onorevoli e degli amministratori delegati e di chi ha “incarichi di responsabilità” nelle pubbliche amministrazioni.
Alta velocità o capacità dunque; avanti tutta!
Alla faccia nelle nostre verdi; ridenti vallate; delle case contadine; delle nostre sorgenti di acqua pura e incontaminata. Ma cosa volete che siano queste piccole cose in confronto a un’opera che può e deve aiutare a far risorgere il porto di Genova?
A quanto ne so; solo Nostro Signore è risorto. Difficile che lo scalo genovese possa usufruire di un tale avvenimento. Osservare – per credere – efficienza; rapidità e tariffe dei porti di Marsiglia e Rotterdam.
Ma i nostri operosi ed intelligenti politici; quelli piemontesi in testa; dovrebbero fare una visita istruttiva a Genova prima; a Marsiglia e Rotterdam dopo per documentarsi.
Una bella gita comunque; a spese della comunità. Come sempre!

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