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Siccità prolungata che ha assetato i campi e grandinate che hanno colpito a macchia di leopardo la provincia alessandrina: da una decina d’anni non si registrava un’estate così calda e un’assenza di pioggia così prolungata.

E’ questa l’istantanea che lascia l’estate 2012.

Una stagione difficile per i problemi causati alle colture dal grande caldo e dal numero di incendi che hanno infiammato l’Italia intera; da Nord a Sud.

E ora inizia la conta dei danni: per la provincia alessandrina si parla di una stima pari a 30 milioni di euro.

A pagare il prezzo più alto è stato sicuramente il mais che; coltivato in asciutto; ha registrato un calo produttivo pari ad un 60% mentre; irrigato a pioggia o a scorrimento la perdita può essere stimata attorno al 25%.

Danni ingenti in provincia anche per una coltura importante come quella del girasole che ha continuato a non vedere una goccia d’acqua per tutto il periodo della maturazione.

Senza contare le spese aggiuntive che gli imprenditori agricoli hanno sostenuto e stanno continuando a sostenere per irrigare e riuscire così a salvare il salvabile del prodotto rimasto.

“Molti agricoltori – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – hanno visto svanire il lavoro di un intero anno con mesi di grande caldo e mancanza di pioggia che ha tagliato drasticamente i raccolti di mais; pomodoro; barbabietola; girasole mentre la grandine ha provocato danni irreversibili a coltivazioni particolarmente sensibili come la frutta e soprattutto l’uva in attesa di vendemmia”.

Ed ora sono arrivate la tanto auspicate piogge; un assaggio di quello che sarebbe servito un mese fa. Le precipitazioni di questi giorni sono importanti in questa fase per ripristinare le scorte idriche nei terreni; negli invasi e nei fiumi a secco in vista delle prossime semine e per salvare alcune colture in campo ma in generale sono arrivate troppo tardi. Infatti; se la pioggia è intensa; i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con il pericolo di frane e smottamenti mentre la grandine provocherebbe danni irreparabili alle colture in campo. Per essere utile; infatti; la pioggia deve cadere in modo non violento e durare nel tempo.

“Dopo un’estate così problematica sono a tutti più chiari gli effetti dei cambiamenti climatici nei confronti dei quali occorre intervenire con misure finanziarie per affrontare l’emergenza – continuano Paravidino e Moroni – ma anche con misure strutturali come le opere per la conservazione e la distribuzione dell’acqua e il necessario potenziamento degli invasi per l’avvenuta modifica della distribuzione della pioggia”.

E proprio la pioggia delle ultime ore ha riacceso le speranze per la crescita autunnale di funghi e tartufi: anche per loro l’estate lunga e siccitosa aveva fatto temere il peggio.

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