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ALESSANDRIA – Una provincia immune dalle… polemiche. Quella che a livello nazionale si è trasformata in una lunga querelle (tutt’ora) irrisolta, non ha provocato troppi strascichi nell’alessandrino. Stiamo parlando, nello specifico, di un decreto del 7 giugno scorso (il numero 73) trasformato poi in legge in data 31 luglio – in realtà c’è stata anche una successiva conversione con modificazioni delle legge numero 119 – dall’attuale Governo, su proposta e firma del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Il famoso, e contestato, documento riguardante i vaccini. E se la prima scadenza è già stata rispettata, visto che – salvo disposizioni differenti – “a decorrere dal 12 settembre (scorso) – si legge nella nota ministeriale -, non potranno accedere ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia i minori i cui i genitori i non l’abbiano presentata entro i termini”, resta in stand-by la questione dell’autocertificazione. In pratica tutti gli affidatari dei giovani alunni che hanno optato per questa soluzione, dovranno presentare una documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni entro il 10 marzo del 2018. Una novità che non si discosta troppo da quella che coinvolge direttamente i ragazzi iscritti alla scuola del I e II ciclo o nei centri di formazione professionale regionale. In tal caso la documentazione va presentata entro il 31 ottobre 2017. Le sanzioni previste in caso di inadempienza? Si parte con una segnalazione. La segreteria di ogni istituto è tenuta a comunicare, entro i successivi 10 giorni, il caso alla ASL territorialmente competente che avvierà la procedura prevista dalla legge. Una rivoluzione dibattuta (più che altro a livello politico e mediatico) ma silente, soprattutto nei centri urbano con un basso numero di abitanti – analizzando il numero complessivo dei casi a livello nazionale otteniamo peraltro un dato effimero -, che ha comunque costretto tanti genitori a studiare… una soluzione.

Luca Piana