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Riceviamo e pubblichiamo la lettera degli ex lavoratori del teatro comunale e proviamo vergogna. Non avremmo mai voluto riceverla. Una città che dimentica la cultura, il teatro, è morta e non servono i proclami e le iniziative di facciata, ci vogliono fatti concreti e subito. Ci auguriamo che gli amministratori del passato e del presente, oggi, si vergognino come noi.

 

I lavoratori del TRA: licenziati e contaminati. Non dimenticatevi di noi in questa triste ricorrenza

Dal 2 ottobre 2010 la Città di Alessandria non ha più il suo Teatro. Dal 13 settembre 2014, quattro anni dopo, i lavoratori non hanno più la Fondazione TRA come datore di lavoro, sono stati licenziati.

Questo è il triste epilogo per tutti quei dipendenti (15) che hanno perso il posto di lavoro; alcuni lo avevano ottenuto quasi 30 anni fa per concorso pubblico; tutti hanno vissuto di persona la mala gestione che ha portato a quello sciagurato affidamento di bonifica d’amianto, che ha generato il disastro e poi la chiusura del teatro.

Abbiamo visto il nostro lavoro, che amavamo e che ci dava da vivere, andarsene a causa dell’incompetenza, della prepotenza e dell’indifferenza. Siamo stati esposti all’amianto, soprattutto i colleghi dei comparti tecnici, ormai anche loro esperti di bonifica. Abbiamo passato 4 anni da brivido, in un’altalena continua di illusioni e delusioni che si può condensare nel concetto che noi <<non siamo “comunali” perché dipendenti di una Fondazione>> e quindi, fare qualcosa per noi è difficile, ed è stato impossibile.

Ora 14 di noi sono precari o senza lavoro, non siamo però 100! Alcuni addirittura erano stati assunti negli anni ’80 dalla vecchia ATA, la prima municipalizzata cinema e teatro in Italia; abbiamo lavorato al Teatro Comunale e non facciamo parte della famiglia comunale alessandrina?
Certo, l’ultimo cappello è quello di una Fondazione di diritto privato, ma con soci pubblici, e noi dipendenti non abbiamo potuto scegliere di andare in una Fondazione piuttosto che restare in una partecipata! Ci è toccato in sorte, lo abbiamo “ereditato”, a questo punto diremmo “come una brutta malattia”.

Recentemente abbiamo letto le dichiarazioni del Presidente Chiamparino, che pare voglia darci una mano. Speriamo che i suoi sforzi si concretizzino, perchè noi non ne possiamo più! Alcuni colleghi hanno accettato un contratto a tempo determinato e part time all’AMAG e vanno di casa in casa a leggere i numeri del gas. Il lavoro è prezioso, ma speriamo non vengano cancellati anni di passione e professionalità!

Come cittadini, possiamo solo dire che abbiamo permesso che distruggessero l’unico polo di aggregazione esistente che aveva un valore e una sostanza, che trascendeva il suo peso economico. Alessandria ha buttato via un bene di tutti con una nonchalance mai vista prima. Lo scempio che è stato fatto alla città e ai cittadini è enorme.

Vorremmo poter pensare di tornarci a lavorare tutti insieme ma, purtroppo, abbiamo smesso di credere nelle favole e adesso crediamo, invece, che l’uomo troppo spesso distrugge quello che ha di buono. A noi, molto più biecamente, basterebbe un lavoro serio e definitivo, come quello che avevamo.
Solo non dimenticatevi di noi: restituiteci lavoro e dignità umana e professionale.
Gli Ex Lavoratori del Teatro Regionale Alessandrino

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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