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Nella giornata di ieri il Tribunale di Torino è stato teatro dello spinoso processo Eternit che mette difronte  vittime e carnefici uniti da un sottile filo d’amianto, i morti e gli arricchiti insieme nella stessa aula, anzi “assenti” dalla stessa aula visto la contumacia recidiva degli imputati Louis De Cartier e Stephan Schmidheiny, già condannati in primo grado a 16 anni per disastro doloso.

La richiesta della difesa, avvocati rappresentanti enti e persone fisiche, chiede un lauto risarcimento per le patologie derivanti dall’esposizione all’amianto e per le disastrose ripercussioni sull’ambiente circostante allo stabilimento, risarcimento quantificato in circa 95 milioni di Euro, notificato in primo grado ma non accettato dai legali dei due ex a.d. che chiedono la sospensione dell’esecutività.

Importante dichiarazione dell’avvocato francese Sylvie Topaloff fa presente come la sentenza Eternit italiana abbia provocato inquietudine sui dirigenti della filiale francese dell’azienda.

 

N.C.

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