La tradizione cristiano-cattolica vede sulle nostre tavole le tradizionali torte pasqualine, le uova sode, l’agnello per chi ancora lo mangia, la colomba e l’uovo di cioccolato; interessante è scoprire cosa mangiano i popoli ortodossi e di fede ebraica per celebrare la Pasqua.
La Quaresima ortodossa è piuttoso rigida e impone l’astinenza da cibi di origine animale, inclusi uova, formaggi e latte. La Pasqua quindi si festeggia a tavola con piatti ultra calorici e ricchissimi, come il maiale in crosta e il Pasha, un dolce ricchissimo a base di ricotta. In Grecia si mangia la famosa Maghiritsa, una zuppa di frattaglie e agnello, che usa le interiora dell’agnello che poi verrà cotto allo spiedo, per non farle andare sprecate.
La cucina ebraica occupa un posto di assoluto rilievo nella festività pasquale. La preparazione dei menù è attenta e scrupolosa e vissuta con profonda e religiosa intensità. Tra i rituali più tipici e complessi del calendario religioso ebraico, quello della Pasqua (Pesach), detto anche “degli àzzimi”, ricorda la fuga dalla schiavitù d’Egitto. Dopo la benedizione iniziale e la lavanda delle mani, si prende il “Karpas”, rametto di sedano o di altra verdura; lo si intinge in aceto o in acqua salata e, prima di mangiarlo, si benedice Dio creatore. Segue la divisione delle azzime (il pane non lievitato), atto complesso e rigidamente regolato. Particolare cura è dedicata alla tavola: un bicchiere di vino per il profeta Elia, altro vino in quantità sufficiente da permettere a ciascun commensale di berne quattro bicchieri – e quattro sorsate per ogni bambino -; uova sode in acqua salata o aceto. Diversi i menù preparati per l’occasione. Tra i più tipici: ‘foglietti’ in brodo con piselli freschi o palline di pane azzimo, triglie alla mosaica, polpettone di tacchino e salame d’oca, carciofi e spinaci. Tra i dolci, la torta di mandorle, con zucchero, mandorle e maraschino.
Fausta Dal Monte