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“Non fosse per i cinghiali ci sarebbe da fare festa”. Con questa frase; un agricoltore piemontese riassume benissimo la situazione delle coltivazioni in questione.Da un punto di vista vegetale; le piante hanno compiuto un recupero inaspettato. Il passaggio da una primavera piovosa ad un estate molto calda e fredda aveva fatto ipotizzare danni irreparabili per la fioritura e la seguente produzione di frutti. Invece; la raccolta (iniziata il 18 agosto; fino al 10 settembre) sta dando esiti più che soddisfacenti.Come detto il grande problema sta nei cinghiali. Ghiotti di nocciole; i branchi di animali attaccano la pianta; rovinando per sempre i rami di quelle adulte e distruggendo quelle più giovani. Quest’ultima eventualità è particolarmente grave: un nocciolo inizia a dare frutto dopo 3 anni; e la sua distruzione significa perciò la perdita di sei anni d’investimento.In base alle notizie attuali; branchi di cinghiali; fino a trenta per volta; si stanno nutrendo dei noccioleti di zona Costarossa; ma anche in Valle del Rio e Piazza dei lupi. I proprietari dei noccioleti hanno messo in atto misure di difesa; ronde comprese; ma chiedono anche l’assistenza della Provincia ed eventuali esperti privati.In difesa degli agricoltori; i cacciatori locali. In polemica con gli ambientalisti per la recente apertura; i cacciatori rivendicano l’utilità della loro passione; dichiarandosi pronti a collaborare nella difesa al noccioleto.

Matteo Clerici

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