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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato inviatoci dal M5S di Alessandria.

Alessandria, maggio 2012, elezioni comunali. I candidati erano al corrente della situazione patrimoniale e di cassa del Comune per la cui guida stavano proponendosi. Dalle urne esce vincente Rita Rossa e si forma la nuova Giunta.
Il 13 luglio il Consiglio Comunale vota la delibera che dichiara il Dissesto, Alessandria diventa per tutta l’Italia la città “fallita”.

Oggi, dopo 16 mesi di governo, la Giunta Rossa non ha prodotto alcuna soluzione significativa per contenere gli effetti della crisi economica e sociale alessandrina, né ha pianificato un’agenda che contenga i passaggi definiti e condivisi da mettere in atto per tentare di risanare i forti debiti contratti dal comune. Così come non ha previsto un progetto di sviluppo, o almeno di risanamento, adeguato ai bisogni e alle legittime aspettative della città, che è poi la ragione dell’istituzione comunale.
Solo questua allo stato. Niente altro per una trasformazione radicale del funzionamento delle partecipate e dei servizi fondamentali che da esse dipendono. Niente per il rilancio del commercio e del centro storico; niente per fermare i giganti della distribuzione in arrivo ai confini della città. Niente, al di là delle rimostranze d’ufficio in tribunale, per la bonifica dell’area Solvay di Spinetta. Niente per il rilancio della cultura e la riapertura del teatro; persino la biblioteca è in difficoltà ora….Nessuna decisione coraggiosa è stata presa sulla vicenda ponte Meier e il relativo P.I.S.U. (Piano Integrato di Sviluppo Urbano).
La Giunta è stata soltanto solerte nel chiedere ai cittadini, nello stile di un feudatario medioevale, di osservare puntualmente i loro maggiori oneri finanziari e tributari: balzelli, tasse, imposte, tariffe, il tutto ai livelli massimi previsti per legge in caso di dissesto.
In questo disegno perverso tutti gli alessandrini, specialmente quelli appartenenti alle fasce sociali più fragili, sono diventati vittime di un prelievo fiscale ingiusto, a cui è andato ad aggiungersi il peso di una drastica riduzione dei servizi.

Di fronte all’esasperato grido d’aiuto corale rivolto da una città intera a chi ne è alla guida per volontà popolare, ecco arrivare la risposta di Rita Rossa. Dichiara di mettersi part time rispetto al suo ruolo amministrativo, tornando alla professione d’insegnante. Uno schiaffo ai cittadini? Una dichiarazione di resa? Inadeguatezza al ruolo ed alla gravità della situazione? Una fuga? Forse un po’ ognuna di queste cose.
Certamente il paventato taglio dei costi della politica, appare la motivazione più irrilevante. Lo è soprattutto se messo a confronto con il maggior onere derivante alla cittadinanza, dall’avere un Sindaco che gestisce un Comune di quasi 100 mila abitanti, in stato di dissesto da lui stesso dichiarato (e non si sa neanche se fosse davvero l’unica scelta possibile) nel tempo libero che gli resta dopo aver svolto la sua attività professionale. Quasi un passatempo insomma.

Durante questi stessi 16 mesi, il nostro Movimento ha portato avanti un lavoro puntuale attraverso i suoi tre consiglieri (piccola, ma coraggiosa e responsabile rappresentanza) che, pur dai banchi dell’opposizione, hanno portato contributi innegabili, anche se minimizzati e molto spesso “insabbiati”.

Ricordiamo: l’istituzione della commissione speciale di indagine su AMAG, la battaglia avviata per il Testamento Biologico (Registro Comunale delle dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari). E ancora, la mozione per la modifica del P.I.S.U. (Piano Integrato di Sviluppo Urbano); una rilettura critica e attenta dei bilanci comunali; una mozione per gli ITINERARI CICLOPEDONALI; quelle per richiedere maggiore trasparenza sugli appalti e sulle loro modalità di assegnazione e di controllo: il caso della SWICH, appaltatrice dei lavori di bonifica dall’amianto del Teatro Comunale e quello del delicato servizio di derattizzazione, sottratto alla competenza dell’AMIU per impossibilità ad adempiere. L’ordine del giorno di sollecito a richiedere la revisione degli STUDI DI SETTORE nel Comune in dissesto, per richiamare l’attenzione anche verso il lavoro privo di sufficienti garanzie, quello autonomo, in particolare del piccolo commercio e dei dipendenti privati. Nessuna azione concreta è seguita a questo o.d.g. da parte della maggioranza, dopo aver votato il nostro documento.

Per tutto ciò siamo convinti che un commissario non possa che operare meglio di questa Giunta, a parità di oneri e tagli imposti agli Alessandrini, i quali, il loro dovere di cittadini e di contribuenti, lo compiono ogni giorno e “a tempo pieno”. Proprio nel rispetto degli Alessandrini, il M5S chiede le dimissioni del Sindaco e si appresta a ricorrere agli strumenti politici più efficaci per veicolare la richiesta stessa, inclusa la presentazione di una mozione di sfiducia.

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