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Parafarmacie, sì alle diagnosi strumentali

Parafarmacie: via libera in Piemonte, anche all’interno di queste strutture, all’impiego di apparecchi di autodiagnostica rapida, finalizzata al rilevamento di prima istanza.
Con 30 voti favorevoli e 10 non votanti, il Consiglio regionale ha infatti approvato la Proposta di legge numero 72 “Modifica alla legge regionale 14 maggio 1991, numero 21 (Norme per l’esercizio delle funzioni in materia farmaceutica)”, presentata dal Partito democratico.

Sono anche stati approvati due emendamenti presentati dalla lista Chiamparino per il Piemonte, volti a confermare la differenza tra la farmacia, che le norme considerano “presidio sanitario” e la parafarmacia.

Con il nuovo testo si modifica la legge regionale precedente, che impediva l’utilizzo di apparecchi autodiagnostici al di fuori delle farmacie. Tuttavia il decreto legislativo 332/2000, definisce tali strumenti come “qualsiasi dispositivo predisposto dal fabbricante per essere usato a domicilio da parte di profani, quali persone non esperte di test diagnostici” e la Corte di Cassazione ha affermato che non si configurerebbe differenza tra il caso in cui gli apparecchi vengano messi in funzione dagli utilizzatori stessi o dal personale più esperto del loro funzionamento.

L’intervento da parte di Forza Italia ha sottolineato come all’interno della maggioranza si sia creata questa norma e poi un rappresentante dei farmacisti sempre dall’interno della maggioranza, seppur legittimamente e in maniera trasparente, abbia “di fatto con i suoi emendamenti reso quasi inutile questo testo, che praticamente non fa altro che confermare quanto le norme precedenti già prevedono”.


Seduta straordinaria dell’Assemblea

Fare il punto sulle grandi infrastrutture strategiche e conoscere gli indirizzi della Regione Piemonte sulla logistica alla luce degli Stati generali del Nord-Ovest che si sono svolti a Novara lo scorso mese di aprile. È stata questa la motivazione della richiesta di consiglio regionale straordinario avanzata dai gruppi M5S e Forza Italia.

Martedì 10 maggio si è pertanto svolto un ampio dibattito, preceduto dalle comunicazioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture.

Piemonte, Lombardia e Liguria – ha spiegato l’assessore – hanno una forte consapevolezza del valore dello sviluppo della logistica integrata per migliorare l’economia dei propri territori. La logistica sta diventando il centro di un sistema che ingloba la produzione manifatturiera e il ruolo delle istituzioni è rafforzare questo sistema per fargli assumere un ruolo sempre più rilevante. La politica deve porre le basi per creare una vera competizione con i porti dell’Europa settentrionale. Molti i temi affrontati a Novara: dall’efficacia delle azioni pubbliche a sostegno dello sviluppo di aree logistiche in prossimità di terminali intermodali, sotto il profilo urbanistico, trasportistico, economico, sino agli interporti ed ai terminali intermodali come punti di rilancio delle merci provenienti e dirette ai porti. Si è anche parlato dei corridoi doganali e del valore aggiunto prodotto dai servizi logistici in territori agevolmente accessibili ed infrastrutturati. Gli Stati generali sono stati anche l’occasione per ufficializzare operativamente l’intesa tra le tre Regioni nel settore e per rivendicare il ruolo della macroarea nel sistema della logistica nazionale nei confronti del Governo, presentando un piano comune su opere strategiche prioritarie ed infrastrutture.

Per l’opposizione sono intervenuti i consiglieri del M5S, evidenziando la scarsa propensione della Regione Piemonte e del Governo a seguire un filo logico nella politica di sviluppo trasportistico. Tra i progetti da perseguire ci sarebbero le ottimizzazioni che, tramite limitati interventi di ammodernamento delle linee ferroviarie esistenti, creino i presupposti per uno sviluppo del trasporto merci su rotaia a scapito della gomma. Ancora una volta – sempre a detta del M5S – si rischia di arrivare tardivamente a realizzare progetti veramente utili alla nostra economia, mentre si sperperebbero miliardi di euro per opere devastanti per il nostro territorio come la Torino-Lione.

I consiglieri di Forza Italia hanno espresso il rammarico per le mancate opportunità nel settore della logistica, perché efficienza e sviluppo ridurebbero i costi di trasporto per le imprese e rappresenterebbero un settore ad alto valore aggiunto per l’economia dei territori e l’occupazione. In Piemonte l’obiettivo è far crescere la competitività degli interporti incentivando il trasporto combinato con azioni in suo sostegno. Colpisce in particolare come la Giunta regionale – hanno poi ribadito – non sia riuscita a costruire un piano organico che permetta alla Regione di sedersi al tavolo della trattativa con Liguria e Lombardia partendo da un punto di forza. Siamo la regione che per spazi disponibili e siti già esistenti – un esempio su tutti l’Alessandrino e il Novarese – potrebbero essere motore della logistica in Italia e Europa e invece siamo fermi al palo.

Per la maggioranza sono intervenuti alcuni consiglieri del Pd, che hanno sottolineato che tra gli obiettivi c’è quello di investire sui piani integrati interporti-ferrovie, per favorire l’interscambio ferro-gomma, e sui piani industriali. Si tratterebbe di invertire la tendenza europea che vede un movimento merci Nord-Sud, valorizzando i porti liguri e assegnando al sistema logistico piemontese un respiro europeo. Bisogna ragionare come macroarea e far diventare il Nord-Ovest una piattaforma logistica competitiva con quelle dell’Europa settentrionale. E per non vedere aumentare, ma anzi far diminuire, l’attuale distacco con il Nord Europa, in attesa che diventino operativi i grandi corridoi ferroviari come la nuova Torino-Lione e il Terzo Valico, è necessario far funzionare al meglio i collegamenti esistenti, individuando con esattezza i porti liguri.

Al termine del dibattito è poi stato approvato a maggioranza l’ordine del giorno del Pd che impegna la Giunta a prevedere nell’ambito del Piano regionale sulla logistica un maggior coordinamento strategico e promozionale del sistema del Nord-Ovest. Sono invece stati respinti i quattro documenti del M5S.


Interrogazioni discusse in Aula

Interrogazioni a risposta immediata

Sistemi di trattamento acque di galleria c/o cantieri tratta A.V./A.C. Mi-Ge – linea III Valico dei Giovi

L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha risposto all’interrogazione n. 1056 presentata dal consigliere Paolo Mighetti (M5S) per conoscere la situazione attuale dei sistemi di trattamento delle acque di galleria presso i cantieri della tratta A.V./A.C. Milano-Genova – linea III Valico dei Giovi.

Valmaggia ha risposto che le autorizzazioni in merito alla restituzione delle acque nel circuito naturale non rientrano tra le competenze della Regione essendo in capo alla Provincia di Alessandria, che si avvale dell’Arpa Piemonte, quale ente preposto. In aggiunta, le competenze di vigilanza e di controllo legate alla tutela della salute e della sicurezza nell’ambiente di lavoro sono attribuite all’Asl competente per territorio. In merito al quartiere in oggetto, la verifica di attuazione delle prescrizioni impartite dal Cipe risulta aver avuto esito positivo a seguito di istruttoria in capo al ministero dell’Ambiente.


La settimana in Commissione

V Commissione (Tutela dell’ambiente e Protezione civile)

Inquinamento atmosferico e qualità dell’aria

Nel corso della riunione del 12 maggio è stato esaminato in V Commissione (Ambiente) il parere preventivo alla proposta di deliberazione della Giunta regionale “Attuazione della legge regionale 7 aprile 2000 n. 43, disposizioni per la tutela dell’ambiente in materia di inquinamento atmosferico. Armonizzazione del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria con gli aggiornamenti del quadro normativo comunitario e nazionale”.

In rappresentanza della Giunta, l’assessore all’Ambiente che ha informato i commissari sull’aggiornamento del Piano.

I profondi mutamenti introdotti nella normativa di settore hanno reso difficoltosa e talora impossibile, l’osservanza sia delle disposizioni regionali sia di quelle statali, modificate con l’intervento del decreto ministeriale “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”.

Si è reso necessario armonizzare le prescrizioni regionali con quelle statali con chiarimenti in via interpretativa e attraverso interventi di modifica delle disposizioni regionali.

In tal modo si recepiscono nuove direttive Ue, abrogandone altre, mentre per le disposizioni regionali è stata abrogata la l.r. n.13/2007, salvaguardando le deliberazioni assunte dalla Giunta sino a quando non vengano sostituite da altre.

È stata introdotta l’applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e la definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici, mentre è venuto meno l’obbligo di coibentazione in occasione di interventi di ritinteggiatura.

Numerosi gli interventi dei commissari che hanno chiesto degli intendimenti della Giunta per definire alcune criticità e problematicità relative alla gestione degli insolventi, circa i consumi degli impianti di riscaldamento e di concreta applicazione della normativa riguardante la qualità dell’aria.

Il piano della qualità dell’aria sarà, una volta approvato, obbligatoriamente spedito all’attenzione dell’UE per la verifica del rispetto delle norme nazionali, regionali e locali e verrà attentamente valutato soprattutto sui dati relativi all’inquinamento da Pm10 e biossido di azoto.

All’interno del piano, dopo aver valutato e registrato l’impatto ambientale sulla salute dei cittadini, sono state identificate le misure in grado di ridurre le emissioni dei vari comparti per poter rientrare nei valori di legge nel più breve tempo possibile.

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