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Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Pier Carlo Lava sul destino della Cittadella. 

 

Innanzi tutto una premessa, il privato non andrebbe mai demonizzato a prescindere, sbaglia chi fa di tutte le erbe un fascio, o assume posizioni integraliste o ideologiche. E’ ampiamente dimostrato che in ogni settore ci sono società private che funzionano  egregiamente.

Questo purtroppo, anche se in misura minore, si verifica anche nel pubblico e nei casi in cui non è così, le motivazioni che determinano inefficienze e sprechi, sono le solite: mediocrità o peggio disonestà dei politici e carenza di professionalità dei manager preposti a fare funzionare la macchina pubblica, che inevitabilmente si riflettono anche sui dipendenti.

Relativamente alla Cittadella di Alessandria, va detto che la crescita esponenziale dell’Alianto, sta mettendone a rischio l’integrità e questo nonostante l’impegno del FAI e di altre Associazioni, che con le poche risorse disponibili (praticamente solo volontariato), fanno quello che possono per combatterlo.

Recentemente il Demanio, con una decisione che taluni ritengono discutibile (anche se  quasi certamente è stata dettata dalla disastrosa situazione finanziaria e forse anche dalla mancanza di progetti da parte degli enti locali), ha scelto di affidarla ai privati, ed entro sei mesi sarà pronto il bando e verrà assegnata.

Nel frattempo però il Comune avrà il compito di coordinare i progetti, di deliberare e vigilare, unitamente alle Associazioni ambientaliste, per evitare che vengano compiuti atti che la stravolgano sotto il profilo ambientale e urbanistico. Certo ci sono diversi casi, non solo all’estero ma anche in Italia, nei quali in cui pubblico (e privato e questo di solito è la forma migliore), collaborano con ottimi risultati, sia nella gestione di società che svolgono una funzione di servizio ai cittadini, che nel patrimonio pubblico, come ad esempio il Colosseo e Pompei. Del resto oggi la situazione di diversi enti pubblici, fra i quali il Comune di Alessandria, che a causa dello sforamento del patto di stabilità non può nemmeno contrarre mutui, non consentono di realizzare opere che prevedono investimenti consistenti e la Cittadella è fra questi, quindi l’unica possibilità è la finanza di progetto con società private disponibili ad investire e ovviamente dato che non sono enti di beneficenza, le stesse, devono avere un adeguato ritorno.

La minaccia Alianto però è incombente e non può più essere sottovalutata, al punto che se il privato che ne avrà la concessione, non effettuerà anche interventi immediati e radicali, per eliminarlo, entro pochi anni la Cittadella potrebbe finire in rovina.

Va ricordato che ai cittadini non interessa la diatriba pubblico o privato, ma avere opere e servizi funzionali e a prezzi competitivi. Quindi, dato che stando ai fatti non ci sono altre soluzioni, ben venga un privato se rispettando la struttura e l’ambiente della Cittadella, può garantirli, tra l’altro se ci sarà un progetto importante e vincente, ne trarrà un vantaggio anche il rilancio di Alessandria.

Pier Carlo Lava

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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