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L’Azienda Ospedaliera di Alessandria è tra le prime in Europa ad utilizzare un analizzatore per emocultura collegato in remoto con il laboratorio di Microbiologia e posizionato direttamente in Pronto Soccorso.
Una decisione nata dall’analisi dei dati e dalla riflessione congiunta del responsabile della Microbiologia dr. Andrea Rocchetti e del Direttore del DEA dr. Ivo Casagranda: “Il laboratorio di Microbiologia dell’ASO di Alessandria – spiega Rocchetti – dopo una approfondita analisi delle richieste di emocoltura in Ospedale (circa un terzo vengono effettuate in PS) e dopo aver avviato nel 2012 una sorveglianza prospettica sui pazienti settici in Pronto Soccorso, 362 casi, ha installato nell’area di urgenza un modulo del sistema di Incubazione/analisi dei flaconi per emocoltura. I risultati della misurazione dei tempi di lavorazione delle emocolture positive osservate in un anno hanno mostrato una riduzione significativa del tempo necessario alla identificazione dei batteri e all’esecuzione dei test di sensibilità agli antibiotici, passato da 84 ore di media a 67. Inoltre, questo tempo è di circa 10 ore in meno per le emocolture incubate al Pronto Soccorso rispetto a quelle prelevate nei reparti, risultato che consente di dare una risposta definitiva ai clinici entro un tempo considerato eccellente. Questa esperienza pilota che ci permette di agire in tempo reale, al letto del malato, ci servirà per studiare nuove strategie organizzative e tecnologiche al fine di fornire risultati utili in tempi sempre più rapidi evitando sprechi di risorse e costi indotti”.
Un modo nuovo di concepire il lavoro del microbiologo, che diventa “cacciatore” di batteri insieme ai colleghi clinici, intercettando i batteri che generano le sepsi direttamente al letto del malato.
Il tutto per contrastare la sepsi che rappresenta una condizione clinica relativamente frequente, di difficile gestione, associata a una mortalità molto elevata quando si accompagna a insufficienza di uno o più organi (sepsi grave, 20-50%) o a uno stato shock (shock settico, 40-70%). Per questa ragione la sepsi resta, anche nei Paesi sviluppati, la prima causa di morte da infezione nonostante vaccini, antibiotici e terapie di emergenza; solo per ricordare alcuni numeri: si tratta di una malattia che ogni anno colpisce 26 milioni di persone nel mondo e uccide 5 volte di più dell’ictus cerebrale e 10 volte di più dell’infarto; nei paesi in via di sviluppo la sepsi causa il 60-80% dei decessi tra i bambini; nel mondo muore di sepsi 1 persona ogni 3-4 secondi.
Per individuare la sepsi ed individuare eventuali batteri presenti nel circolo sanguigno occorre prelevare il sangue del paziente ed inserirlo in speciali flaconi, contenenti terreni specifici, che favoriscono la crescita di batteri e funghi.
Il microbiologo in laboratorio sarà in grado sui microrganismi isolati di effettuare le prove per stabilire quali antibiotici ed a che dosaggio il clinico li potrà utilizzare efficacemente in terapia. Per ottimizzare l’utilità clinica dei risultati microbiologici deve essere ridotto al minimo l’intervallo intercorrente tra la raccolta dei campioni e la refertazione dei risultati. Da qui l’importanza di aver inserito l’incubatore al Pronto Soccorso, dove il personale infermieristico ed ausiliario del Pronto Soccorso è stato addestrato per le fasi di inserimento flaconi nello strumento mentre il personale del laboratorio li rimuove. La collocazione di un incubatore/analizzatore per emocoltura in un’area ritenuta strategica consente di ottenere ottimi risultati in termine di tempo e di qualità della risposta ai clinici.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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