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Professore all’Università Bicocca, fondatore della Libera Università dell’Autobiografia, Duccio Demetrio presenta la sua ultima opera “Green Autobiography. La natura è un racconto interiore” (ed. Booksalad), oggi, durante La Festa del Pensiero in Galleria Guerci alle ore 17,00.

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Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per un’anteprima.

Perchè un titolo in inglese?

E’ un omaggio alla letteratura degli Stati Uniti del ‘600 e del ‘700 quando davanti alla vastità delle praterie, delle foreste furono composte opere straordinarie che prendevano spunto proprio dalla natura selvaggia; green è un valore planetario e nella parola ci riconosciamo immediatamente.

Il titolo “Green Autobiography” ricorda La Libera Università dell’Autobiografia che è ad Anghiari, in mezzo al verde, lì è facile scrivere di natura?

Anghiari è in questo libro. L’editore, il pittore che ha realizzato la copertina, sono entrambi di Anghiari, è lì che mi sono dedicato, da ormai vent’anni, alla ricerca della scrittura. La storia di una vita parte sempre da ricordi memorabili con un elemento naturale, sia esso un giardino, un insetto, un animale. Il filo green della letteratura significa radici, rapporto primordiale con gli elementi naturali, tutti, viventi e non viventi che raccontano la nostra interiorità.

Natura come categoria perenne, l’ultima capace di farci scavare e riappropriarci dell’io?

Categoria perenne e primaria che crea un rapporto profondo di identità con se stessi, diventa religione nelle risposte che l’esistenza cerca.

E’ l’antropocentrismo che l’ha deturpata e ne ha determinato la perdita?

Esattamente. L’antropocentrismo ha dei rischi enormi mentre una visione laica e immanentista  la preserva e preserva il nostro essere. Nella mia ricerca ho studiato la religiosità, la teoria teologica della natura mentre la realtà virtuale e immateriale di cui siamo sommersi ci rende sordi e ciechi. Attraverso la scrittura, quindi la letteratura green, ci si riappropria di una dimensione esistenziale.

La Libera Università dell’Autobiografia è formativa e ha anche un ruolo sociale, quasi terapeutico..

La scrittura è terapeutica e in tanti anni ho constatato quanto l’elemento naturale sia connotato tanto negli scrittori quanto nelle penne spontanee degli amatori che si avvicinano per la prima volta alla scrittura. Da Corona, Rigoni Stern, Pavese ai contadini giovani e anziani che compongono poesia e prosa. La natura sgorga, emerge sempre. Ad Anghiari abbiamo percorsi di eco-narrazione, veri e propri  eremitaggi come seminari di scrittura attraverso percorsi naturalistici. 

In “Green Autobiography. La natura è un racconto interiore” quanto c’è di autobiografico?

La terza parte del libro è tutta autobiografica, mi metto in gioco e dopo aver detto come si scrive un’autobiografia dimostro come si fa raccontando la mia”

Autobiografia come viatico alla biografia?

Imparare la scrittura dell’autobiografia determina una crescita, dall’interesse dell’io si passa ad interessarsi dell’altro, la curiosità per se stessi ci porta alla curiosità per gli altri.

Un’università dell’autobiografia sembra quasi un inno a ciascuno: ogni vita è degna di essere raccontata…

La scrittura è di tutti e noi, all’università, abbiamo anche semplici scrivani che si fanno raccontare da anziani malati o addirittura fine-vita la loro esistenza conferendo a quelle esistenze il valore della scrittura. 

Come è cambiata la natura e come la letteratura green si pone verso di essa?

La natura è violentata dall’uomo che si crede immortale. Essa, invece, ogni giorno, ci insegna la mortalità, anche noi siamo natura e soltanto conoscendola attraverso la scrittura nelle sue micro manifestazioni arriviamo al racconto interiore, difficile e sacro. Decliniamo nel nostro corpo esattamente come la natura, declinano i neuroni del nostro cervello  e soltanto vivendo attraverso la natura, i suoi silenzi, la sua cura, il suo rispetto, possiamo raggiungere la nostra educazione interiore

Un libro straordinario, un viaggio all’interno di noi stessi attraverso un percorso esteriore e naturale.

Fausta Dal Monte

 

 

 

 

 

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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