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67 anni sono trascorsi da quando le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz e liberarono quello che restava di tutti gli ebrei deportati dall’Europa in fiamme. Fiamme di delirio; di guerra; di orrore ed esaltazione. Memoria come “memento” di qualcosa che non deve accadere; che la natura dell’essere umano dovrebbe negare a se stesso a priori; a prescindere.Ricordare per non reiterare senza equivoci: non soltanto per tutti gli ebrei del mondo ma per l’umanità. Il giorno della memoria è per gli ebrei ma conoscendo la saggezza di questa cultura è una categoria perenne estesa a tutti gli esseri umani. Quell’orrore; in questi 70 anni; è stato ripetuto con modalità diverse in altre guerre; in altri orrori; in altri genocidi. In Uganda; in Bosnia; in Vietnam; ovunque ci sia stata un’idea di potere divenuta sopraffazione e violenza spietata. Giorno della memoria per inchinarci; abbassando umilmente il capo; in segno di rispetto verso quegli ebrei innocenti ma anche come monito alle nostre coscienze che ci ricordi quanto l’essere umano possa essere più bestia delle bestie. La shoa è di tutti; vittime e carnefici; i primi privati della vita con barbarie; i secondi perché non più volutamente e deliberatamente esseri umani; negando e alienando la loro umanità in nome della ferocia. Shalom al mondo; una volta per sempre attraverso l’imperitura memoria.

Fausta Dal Monte

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